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Novità editoriali
Natale, quali libri non regalare. Attenzione: i consigli
Alessandra Ambrosio

di Nicla Vassallo e Sabino Maria Frassà, per il think tank Ama Nutri Cresci & CRAMUM per l'arte in Italia

Con l'avvicinarsi delle festività natalizie siamo colti da una smania da regalo che sfocia spesso nell'ansia da prestazione: cosa comprare? Come spendere poco e fare bella figura?
In non pochi optano per i libri. Assistiamo così ad una folla nelle librerie che nemmeno a inizio di anno scolastico si ha. In fondo i libri sono "oggetti" tutto sommato economici, gradevoli e non impegnativi ... quasi sempre. 
 
Così se è vero che l’Italia è regina di "non lettori" (nel 2016 il 40,5% contro il 62,2% della Spagna, il 68,7% della Germania, del 90% della Norvegia), a Natale sembra cambiare qualcosa... o quasi.
 
Infatti questa folla di persone non compra libri per sé, mossa dal desiderio di apprendere, di saziare la propria ansia e fame di conoscenza, bensì spinta dalla propensione al donare spesso e possibilmente a buon mercato. Se risparmiare in tempi di crisi ed economia asfittica non è una colpa, fanno più riflettere i titoli dei libri donati: tanta la letteratura di intrattenimento e la saggistica pseudo-divulgativa. Non conoscendo e non maneggiando bene i libri, a essere premiati sono comici, calciatori, influencer, "mogli di" eccetera; “scrittori” improvvisati, che hanno bisogno di ghostwriter per scrivere. I libri regalati posso infine anche essere volumi incentrati su hobby e passioni (che poi siamo sicuri di conoscere veramente hobby e passioni di chi ci circonda?): brulicano così sempre più testi di cucina e hobby, che poco hanno a che fare con la letteratura e che spesso assomigliano e simulano i libretti per le istruzioni degli strumenti tecnologici. Quest'anno per intenderci è l'anno della "calligrafia"!
 
Cosa guida tali scelte? Moda-trend, marketing e poco altro. Si compra ciò che è ben comunicato, ciò che siamo sicuri non offenda, annoi e possa far nascere un sorriso in chi lo riceve. L'italiano e il contenuto dei libri non sono criteri determinanti per la scelta d'acquisto.
 
Il problema non è però l'incapacità degli scrittori ombra, quanto la logica stessa che muove l'"editoria natalizia": i libri che vengono pubblicati a Natale devono essere comprati e compresi da chiunque, anche da quel 59,2% di popolazione che non legge quasi per nulla, anche da quella crescente parte della popolazione che sempre più soffre di analfabetismo funzionale (cioè chi, pur essendo in grado di capire testi molto semplici, non riesce a elaborarne e utilizzarne le informazioni). Si è del resto quasi sicuri del fatto che molti dei destinatari dei libri regalati a Natale non finiranno nemmeno il primo capitolo del libro donato, che molti altri terranno il libro come mero oggetto e che pochissimi rifletteranno infine sul contenuto.
 
Cosa resta di tale lettura e di tutti questi libri? L'importante ricordo e l'affetto di chi l'ha regalato e poco altro. In un mondo così frenetico e scarsamente empatico è forse già questo un risultato, ma siamo onesti è un risultato al ribasso e abbastanza, a ben pensare, deprimente. Stiamo regalando manuali di istruzioni o poco più, non scritti bene, in cui l'importante è al 90% la copertina (per estetica e/o per nome dell'autore). Non sono questi i libri che contribuiranno a diminuire il dramma dell'analfabetismo funzionale, né che aumenteranno il senso critico necessario per conservare i principi democratici che fondano il nostro Paese e ogni democrazia.
 
Se è comprensibile che le case editrici, strette da un'inarrestabile crisi del numero di lettori, facciano di tutto per rimanere a galla, a chiunque di noi venga la tentazione di regalare un libro a Natale l'onere e la possibilità di scegliere di donare un romanzo scritto da un/a giovane scrittore/scrittrice emergente. Sarà un regalo più rischioso, magari meno apprezzato subito, ma più autentico e proficuo. Se ci piace invece l'"oggetto libro", ricordiamoci che esistono tantissimi e pregiati libri d'artista, oltre a opere d'arte ispirate ai libri: per citarne alcuni le opere dell'ungherese Zsolt Asztalos o delle italiane Elena Modorati e Laura de Santillana.
 
Infine se poi non abbiamo tutto questo coraggio e preferiamo regalare ciò che conosciamo, magari anche per il piacere di confrontarsi poi con chi lo riceve, perché non regalare un grande classico, che ha fatto la storia nostra e della nostra società democratica?
Un bel libro porta a pensieri nuovi, che fanno crescere noi e chi ci sta intorno. Un bel libro è per sempre.
 
Questa è la "nostra" classifica dei 10 classici da regalare per il Natale 2018.  Consigli per gli acquisti? No, consigli per un mondo migliore o per salvare e mantenere la nostra democrazia!
 
Orlando, Virignia Woolf, 1928
Lavorare stanca, Cesare Pavese, 1936
Antigone, Sofocle, 442 a.C.
De beneficiis, Seneca, 62 d.C.
L'idiota, Fëdor Dostoevskij, 1869
Novelle per un anno, Luigi Pirandello, 1922-1937
Il trentesimo anno, Ingeborg Bachmann, 1961
Meditazioni metafisiche, (Renato) Cartesio, 1637
Amado mio, Pasolini, 1982
Bariona o il figlio del tuono. Racconto di Natale per cristiani e non credenti, Jean-Paul Sartre, 1940
 
 
Gli autori dell'articolo:
 
Nicla Vassallo specializzatasi al King’s College London, è oggi Professore Ordinario di Filosofia Teoretica presso l’Università di Genova. Dal 2017 è direttore della sezione cultura del Think Tank Ama Nutri Cresci
 
Sabino Maria Frassà è un critico d'arte. Dal 2014 è direttore artistico di CRAMUM e dal 2017 direttore sviluppo e Vice Presidente della Fondazione Cure Onlus
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