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Culture
"Perfetti sconosciuti" torna al cinema. Lo smartphone? Quanti segreti

Dopo la vittoria ai David di Donatello per la migliore sceneggiatura e il miglior film, dal 21 aprile "Perfetti sconosciuti" di Paolo Genovese è nelle sale con 150 copie. Prodotto da Medusa Film, realizzato da Lotus Production, una società di Leone Film Group, interpretato da Giuseppe Battiston, Anna Foglietta, Marco Giallini, Edoardo Leo, Valerio Mastandrea Alba Rorhwacher, Kasia Smutniak il film è uscito l'11 febbraio e finora ha totalizzato un incasso di 16.389.046 euro.

Di Maria Carla Rota
@MariaCarlaRota

Lo smarphone è la scatola nera delle nostre vite. Custodisce i nostri segreti più intimi e registra le nostre emozioni più profonde. Se qualcuno la aprisse, probabilmente, si accorgerebbe che fino a quel momento ha avuto a che fare con un... perfetto sconosciuto. Questo è quello che succede a un gruppo di amici, composto da tre coppie ed un uomo scompagnato, che si ritrova una sera a cena. La padrona di casa lancia l'idea di un gioco: ciascuno dei commensali deve mettere il proprio smartphone al centro del tavolo e  leggere pubblicamente i messaggi in arrivo, rispondere in vivavoce alle telefonate, mostrare le fotografie.

Inizia così "Perfetti sconosciuti", il nuovo film commedia di Paolo Genovese, già autore di "Immaturi" e "Tutta colpa di Freud", uscito nelle sale cinematografiche giovedì 11 febbraio. Una commedia brillante,  che parte forse un po' lenta, ma poi si scalda fino ad assorbire lo spettatore all'interno della scena. I dialoghi sono serrati, i colpi di scena si susseguono uno dopo l'altro. Il cast riunisce il meglio del cinema italiano: i padroni di casa sono Marco Giallini e Kasia Smutniak, le altre due coppie sono interpretate da Anna Foglietta e Valerio Mastandrea e da Alba Rohrwacher ed Edoardo Leo. E poi c'è l'amico scompagnato Giuseppe Battiston. 

Il tema, d'altronde, è "scottante" ed è facile sentirsi coinvolti in prima persona. Sarà anche per questo che già nel primo weekend la pellicola è balzata al primo posto del box office, spodestando un mito del cinema come Tarantino. Perché Paolo Genovese, seppure esasperandola all'ennesima potenza, mostra una realtà che ognuno di noi vive quotidianamente, in modo più o meno consapevole.

Negli smartphone dei protagonisti (e nei nostri) non ci sono solo le prove dei tradimenti, che fanno saltare le coppie una dopo l'altra. Ma ci sono piccoli, grandi segreti di ogni tipo: complicità tra padre e figlia, rivalità tra suocera e nuora, gelosie tra amici, fantasie virtuali, omosessualità non dichiarate, assurdi equivoci. In un paio d'ore le relazioni vengono messe a soqquadro da messaggi, telefonate e immagini in arrivo in maniera incontrollata e incontrollabile. 

La tecnologia ci ha sicuramente semplificato la vita, facilitando comunicazioni e spostamenti. Ma "Perfetti sconosciuti" fa anche riflettere su quanto ce l'abbia col tempo pure complicata. Non è un caso se, secondo una statistica dell'AMI (Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani), negli ultimi 15 anni sono aumentate del 25% le separazioni e del 50% i divorzi. In molti casi la causa  è proprio di social network e sistemi di messaggistica gratis. Il 40% delle corna si scopre attraverso WhatsApp. Il 20% dal web, di cui l'ottanta per cento da Facebook e il 20 da Twitter. 

"Ognuno di noi ha 3 vite: una pubblica, una privata, una segreta", recita il claim del film. E così è. Lo smartphone ci permette di avere una doppia, tripla, quadrupla esistenza al riparo da ogni sguardo. Il problema è che queste diverse realtà si intrecciano costantemente e pericolosamente. Viaggiano su piani distinti, ma allo stesso tempo un sms è sufficiente per creare disastrose interferenze. La verità è che forse ognuno di noi dovrebbe imparare a "usare" il proprio smartphone. E non si tratta semplicimente di abilità tecnologica o di educazione da galateo 2.0, ma anche di una più profonda consapevolezza di ciò che registriamo nelle nostre scatole nere esistenziali. 

 

perfetti sconosciuti

 

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