Pompei, aprono le domus di Championnet e quella del Marinaio - Affaritaliani.it

Culture

Pompei, aprono le domus di Championnet e quella del Marinaio

Salgono a 64 i progetti di recupero ultimati. Per la prima volta in archeologia utilizzato il Corian

Uno scenario blu nel cielo e nel mare del golfo partenopeo era il grande palcoscenico sul quale si affacciavano le terrazze delle domus dell’antica Pompei. Oggi queste terrazze riprendono la luce grazie al Grande Progetto Pompei che sta riportando alla luce nuovi ambienti delle domus sepolte dall’eruzione del Vesuvio nel 79 dopo Cristo. Complessivamente 64 progetti di recupero conclusi sui 76 finanziati dal Grande Progetto. Ultimi interventi in ordine di tempo sono la casa di Championnet, portata alla luce dai Borboni nel 1799 e recuperata oggi con soli 2,6 milioni di euro sui 5 previsti, e quella nei pressi del Foro detta del Marinaio, dal mosaico rinvenuto nell’ingresso in cui sono raffigurate sei navi all’ancora nei rispettivi arsenale. Anch’essa portata alla luce dai Borboni a partire dal 1871. Il complesso di Championnet , dal nome del generale francese Jean Etienne Championnet, grande fautore delle ricerche a Pompei, rappresentava un quartiere esclusivo dell’antica città vesuviana, anch’essa nei pressi del Foro, abitata da notabili influenti che avevano grandi disponibilità di denaro per realizzare terrazze, logge e criptoportici con vista panoramica sul golfo e sull’isola di Capri. Sono le cosiddette case lungo il pendio, un complesso di circa sessanta ambienti (“quella di Championnet è forse la domus più spaziosa di Pompei”, sottolinea il direttore del Parco archeologico, Massimo Osanna) restaurato per la prima volta in archeologia con il Corian o pietra acrilica, una copertura leggera resistente alla luce diretta del sole e poco invasiva dei decori e dei mosaici pavimentati a schemi geometrici e a tessere colorate che è destinato a proteggere dalle intemperie. Accessibili al pubblico anche gli ipogei della casa, con la collocazione di oggetti che ne caratterizzavano la destinazione al momento dell’uso, come recipienti per la cottura degli alimenti, olle per la bollitura, mortai e contenitori per il trasporto delle derrate alimentari .  Anche la domus del Marinaio racchiude in sé aspetti tipici di una casa elegante, con un imponente atrio tuscanico decorato e magazzini a carattere commerciale e produttivo. Per questo rappresenta un unicum nel panorama della vecchia città pompeiana. Costruita su due livelli, poggia su un alto terrazzamento livellato a sud, mentre a nord si estende su alcuni ambienti voltati semi-ipogei con accesso dal vicolo dei locali soprastanti. Poco lontana dall’ingresso della domus è la Fontana del Gallo, l’unica in marmo ritrovata a Pompei. Serviva a raccogliere l’acqua di scarico proveniente da un ambiente della casa, forse dalla cucina.

Eduardo Cagnazzi