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Culture
Procida, l'isola che non isola la cultura, Capitale della Cultura per il 2022

Quarantaquattro progetti, 330 giorni di programmazione, 40 opere originali. Ed il supporto di oltre trecento artisti, coinvolgendo anche l’Università Federico II. Ed ieri l’ambito riconoscimento per Procida, Capitale della Cultura per il 2022. Le azioni presentate nel dossier “sono tante, fatte di progetti di trasformazione urbana e inclusione sociale”, dice il direttore della candidatura e già autore del programma culturale di Matera Capitale della Cultura 2019, Agostino Riitano. “Il tema non è trasformare l’isola in un luogo di eventi, in una Disneyland, ma di cambiamento. Procida sarà il punto centrale che si allargherà ai Campi Flegrei e a tutta la Campania, insieme alle forze del territorio. Non lasceremo nessuno escluso”. Oltre alla Federico II e alla Camera di commercio di Napoli, Procida Capitale della Cultura coinvolgerà anche l’Università Orientale, la Vanvitelli, il Suor Orsola Benincasa, l’Area Marina Protetta Regno di Nettuno, la Stazione Zoologica Anthon Dohrn e diversi partner privati come istituti bancari e compagnie di navigazione. Il budget è di 4 milioni di euro, compreso il milione che arriverà dal Mibact grazie alla vittoria e il forte sostegno della Regione Campania, oltre al Comune e agli enti privati che siedono nel Comitato promotore”, aggiunge Riitano.

Un riconoscimento importante per “l’isola che non vuole isolare la cultura”. Un’isola dove insistono “agglomerati che creano gli effetti più scenografici”, scriveva l’urbanista Roberto Pane nel 1995. Con “scale di archi rampanti che scavalcano le coperture per raggirare l’ingresso di una casa più alta, scale esterne per non togliere spazio ad un angusto vicolo che si restringono ai primi gradini per allargarsi più su”. Una suggestiva descrizione, quella di Pane, che non è lontana dall’oggi, segno che sull’isola i processi di degrado urbanistico ed ambientale, che pure sono una costante del territorio nazionale e regionale, sono stati nel tempo contenuti al di sotto dei livelli di guardia. Ed oggi Procida è uno dei pochi luoghi dove natura e storia convivono senza entrare in aperto conflitto, con le abitazioni incastonate nell’ambiente, in rispetto alle tradizioni quasi a confermare la predisposizione ambientale dell’isola-non isola, in un altopiano sul mare. Una rivincita dei borghi d’Italia sulle città, che “riscoprono l’entusiasmo e l’orgoglio per il loro territorio”, ha affermato il sindaco, Raimondo Ambrosino. “E’ un’opportunità storica per una piccola isola che rende orgogliosa l’Italia di questa scelta. La cultura non isola, è l’occasione per rilanciare l’economia e il turismo, duramente provati dalla pandemia”.

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