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Culture
Venezia75, numeri in crescita. Paolo Baratta: la mia ultima Mostra del Cinema
Alberto Barbera e Paolo Baratta

Di Andrea Cianferoni

Più che positivo il bilancio di metà Mostra del Cinema di Venezia, secondo i dati provvisori resi noti dal presidente della Biennale Paolo Baratta al tradizionale incontro di metà festival con la stampa. Si registra un 9% in più di biglietti e abbonamenti venduti sul 2017, con un +18% sugli accrediti rilasciati. Le presenze in sala sono 77.783 contro i 66.152 dello stesso giorno riferito al 2017. Tantissime le proiezioni sold out con il pubblico lasciato fuori per il tutto esaurito. Anche la sezione Virtual Reality è in crescita con 5.900 presenze contro le 4.500 del 2017. Lunghe file davanti le sale di proiezione e negli stessi luoghi di ristoro, con tantissimi giovani in giro. Soddisfazione degli sponsor, che nei giorni del festival hanno supportato la più antica rassegna cinematografica del mondo. A partire da Lexus, che ha fatto debuttare sul red carpet veneziano la UX Hybrid, esposta all’esterno della Lexus Lounge Terrazza Mediterranea allestita sulla Terrazza Biennale davanti al Casinò. Il nuovo crossover, lungo 4,5 metri, si posiziona tra il modello d’ingresso Lexus CT Hybrid e il Suv compatto Lexus NX Hybrid. Venezia è stata l’occasione per vederlo in anteprima, in attesa del lancio ufficiale. Per Lexus è il secondo anno consecutivo a Venezia, una presenza discreta ma sostanziosa. Ben 40 vetture, rigorosamente ibride, sono state messe a disposizione delle delegazioni dei film per red carpet e appuntamenti mondani. Come l’esclusivo Ciak party, organizzato dalla rivista di Cinema diretta da Piera Detassis, alla presenza di Carolina Crescentini, Paolo Genovese, Anna Foglietta, Marianna e Angela Fontana, Mario Martone, Valeria Bruni Tedeschi, Valeria Golino, Riccardo Scamarcio, Edoardo Scarpetta e Donatella Finocchiaro. Anche la Campari ha fatto la sua parte, come main sponsor, al festival veneziano, con il Lounge Campari all’esterno dell’Excelsior, per conferenze stampa e il classico apertivo pre-red carpet, con l’obiettivo di favorire la conoscenza e la diffusione del cinema internazionale in tutte le sue forme di arte, spettacolo e industria, in uno spirito di libertà e dialogo. Tra le iniziative veneziane, spicca il Campari Award “Passion for Film”, premio rivolto alle figure professionali del cinema quali direttori della fotografia, compositori, sceneggiatori e scenografi, che non sempre vengono adeguatamente valorizzate all’intero dell’universo cinematografico, ma che invece danno un apporto fondamentale. Accanto a queste note più che positive permangono sul festival delle incognite. Ce la farà il Comune di Venezia a finanziare i lavori di ristrutturazione del Casinò del Lido, già da alcuni anni adibito a sala stampa e sala proiezioni? Lavori indispensabili ad adeguare gli impianti elettrici, gli ascensori e realizzare due sale in più. E ancora: chi guiderà la Biennale dalla fine del prossimo anno, quando Baratta scadrà e la legge impedisce un quarto mandato consecutivo? Il presidente è molto ottimista sulla piena capacità della Biennale di reggersi sulle proprie gambe. «Dopo il 2019 - come lui stesso afferma - abbiamo creato qualcosa di valido che deve restare sulle proprie gambe. Anzi, direi che una sfida sul fatto che sappia effettivamente resistere anche dopo di noi, è una sfida che mi fa piacere vivere. Ora preme correre per il restauro del Casinò, per il quale saranno necessari due anni, sempre che si trovino i fondi, visto che si sperava nel bando periferie e ora il dossier dovrà essere legato a qualcos’altro». Altra incognita permane sul recupero dell’Hotel Des Bains, che la nuova proprietà si è impegnata a realizzare, e che già quest’anno è stato solo parzialmente riaperto per una esposizione sulla storia della Mostra del Cinema. «Mi piacerebbe diventasse un club della Mostra, dove lavorare e fare due chiacchiere».

 

 

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    venezia75paolo barattamostra del cinema





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