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E l’Italia è sempre più ambigua sulla crisi in Venezuela

Daniele Rosa

‘Di Battista è un ignorante’ sostiene Juan Guaidò

Un gran numero di Paesi europei hanno riconosciuto, nello spazio di soli due giorni, Juan Guaidò come presidente del Venezuela.

E l’ultima adesione, in questa larga maggioranza, è stata l’isola di Malta.

 

Sono solo sei i paesi europei che, per diversi motivi, hanno risposto no alla legittimità del nuovo presidente.

Italia ambigua sul Venezuela. Sei paesi in Europa non appoggiano Guaidò

Questi Paesi sono Italia, Grecia, Irlanda,Romania, Cecoslovacchia e Cipro.

Tutti hanno trovato motivi diversi, a volte incomprensibili alla maggior parte della Comunità internazionale.

 

 

L’Italia,in questa sestina, è il caso davvero più eclatante.

Il nostro paese è sempre stato disposto a schierarsi contro le dittature ma questa volta, uno degli azionisti di maggioranza del Governo, il M5S, sta costringendo il paese a rinnegare un passato di prese di coscienze serie contro ogni tipo di dittatura.

 

E la posizione dei grillini, tradizionali difensori del principio di non ingerenza, sta ponendo tutto il Governo in una posizione ambigua. Una posizione poco compresa sia dai venezuelani che da tutta la comunità internazionale.

Italia ambigua sul Venezuela. Solo Salvini a favore di Guaidò

Unica voce fuori dal coro, decisa e forte contro Nicolas Maduro, è quella di Matteo Salvini. Unica voce che ancora ci permette di mantenere un minimo di dignità nei confronti di un tema che avrebbe avuto bisogno di una sola ed unica risposta : contro la dittatura e a favore delle libertà.

 

E pure il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella  ha chiesto al Governo una posizione di chiarezza.

Ma la brutta figura sembra ormai essere stata fatta.

 

Oltre all’Italia anche la Grecia di Alexis Tsipras. Il greco da unico Governo europeo di sinistra,  ne fa un problema di tipo politico e non vuole appoggiare un nuovo Governo venezuelano voluto dagli Stati Uniti di Trump. D’altra parte i greci non hanno mai nascosto di avere avuto buoni rapporti persino con il Governo di Ugo Chavez.

 

Gli altri paesi restanti mantengono posizioni decisamente ambigue. Romania, Irlanda, Cecoslovacchia e Cipro fanno riferimento alla dichiarazione fatta dai 28 paesi europei del 26 gennaio in cui si chiedevano nuove elezioni  ma non si appoggiava il nuovo presiente ad interim. Una motivazione ambigua e abbastanza inutile.

 

Inutile proprio perché adesso il Venezuela avrebbe bisogno del totale appoggio di tutta la Comunità internazionale. L’indecisione di questi sei paesi certo non aiuta in questa direzione.

 

E un Venezuela che rinascerà, politicamente ed economicamente, avrà sicuramente ricordo di questi atteggiamenti.