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Economia
Industria,produzione -2,7% a dicembre.Governo: "Colpa di ponti,domanda debole"

Crolla la produzione dell'industria italiana nel 2019. Una riduzione dell'1,3% rispetto al 2018, segnala l'Istat, primo calo dal 2014 e maggior contrazione registrata dal 2013. La flessione è stata più marcata per i beni intermedi, meno forte per i beni strumentali. Un lieve incremento ha caratterizzato, d'altra parte, la produzione di beni di consumo e di energia. "Considerando l'evoluzione congiunturale dello scorso anno, si è registrato un aumento solo nel primo trimestre (al netto dei fattori stagionali), mentre nei successivi si sono avute continue flessioni, con un calo più marcato negli ultimi tre mesi dell'anno", spiega l'istituto di statistica.     

A dicembre il calo è stato ancora maggiore: -2,7% rispetto a novembre e -4,3% su dicembre 2018. Il calo tendenziale del 4,3% è il peggiore da dicembre 2018 quando segnò un -5,7%, mentre la diminuzione congiunturale del 2,7% è la più bassa da gennaio 2018 (-3,2%). Male anche il quarto trimestre che ha evidenziato una diminuzione dell'1,4%. In forte calo, lo scorso anno, anche la produzione auto giù del 13,9% la diminuzione più marcata dal 2012. Mentre a dicembre 2019 la produzione di autoveicoli e' diminuita dell'8,6%.    

"La produzione industriale è calata sensibilmente nell'ultimo mese del 2019, come in Germania e Francia. Sul dato potrebbero aver pesato effetti di calendario, in tal senso è lecito attendersi un rimbalzo congiunturale a gennaio. In ogni caso, non sembra ancora vicina una svolta per l'attivita' economica nell'industria", evidenzia Paolo Mameli, senior economist Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.  Più pessimistica l'analisi del Centro Studi Promotor che parla di "brutto segnale". 

"La contrazione a sorpresa del Pil dello 0,3% nel quarto trimestre 2019 aveva indotto a ritenere che il dato sulla produzione industriale di dicembre fosse negativo, ma la contrazione registrata è andata al di là delle aspettative più pessimistiche", spiega. Preoccupati anche i consumatori. "Peggio di così non poteva andare", afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori secondo il quale "diventa difficile immaginare un'inversione di tendenza del Pil per il primo trimestre 2020. L'Italia, quindi, torna in recessione".    

"Con dicembre 2019", commenta Confcommercio, "l'indice della produzione industriale torna ai livelli di metà 2016. Al di là di particolari effetti di calendario, il dato rispecchia la deludente dinamica del complesso dell’economia lo scorso anno, durante il quale solo i consumi delle famiglie hanno mostrato una debole tenuta. Non sembrano favorevolmente orientate le prospettive a breve termine, considerando anche gli impulsi negativi generati dalla crisi sanitaria che sta determinando, tra l’altro, una grave caduta del volume d’affari delle filiere del turismo e della ristorazione". 

"Sul dato della caduta della produzione industriale di dicembre ha influito la tecnica di destagionalizzazione adottata nel confronto anno su anno, che non tiene conto degli effettivi giorni di vacanza in presenza di 'ponti' particolarmente lunghi rispetto alla consuetudine", è la valutazione che il Ministero dell'Economia e delle Finanze affida a una nota, a commento dei dati diffusi dall'Istat.

"Al netto di questo fattore tecnico - osserva il Tesoro - la contrazione della produzione industriale ha interessato tutto il quarto trimestre e sembra attribuibile soprattutto ad un indebolimento della domanda internazionale, come sembrano indicare dati simili per Francia e Germania, e quindi delle esportazioni, nonche' ad una riduzione delle scorte da parte delle imprese. I piu' recenti indicatori di attivita' economica e le indagini presso imprese e consumatori mostrano un significativo miglioramento nel mese di gennaio, in particolare per la produzione industriale. Tuttavia, questo recupero potrebbe interrompersi in febbraio, anche a causa del coronavirus. L'economia internazionale dovrebbe poi riprendere il proprio slancio non appena sara' superata la fase piu' acuta dell'epidemia, plausibilmente nel secondo trimestre dell'anno. Le prossime previsioni del Governo verranno presentate nel Def di aprile, quando saranno disponibili indicazioni piu' solide sull'evoluzione dell'economia italiana nel 2020".

"Le condizioni dei mercati finanziari - assicura ad ogni modo il Mef restano favorevoli. La fiducia delle imprese e' in ripresa a livello internazionale. La Legge di Bilancio contiene numerose misure di stimolo alla crescita inclusiva e sostenibile dell'economia, che devono ora essere pienamente attuate. La strategia di politica economica per il 2020, che e' incentrata sul taglio del cuneo fiscale sul lavoro e sugli investimenti pubblici, appare oggi ancor piu' necessaria alla luce dei rischi al ribasso ingenerati dal Coronavirus".

 "Il Governo - rimarca ancora il Tesoro - operera' affinche' le maggiori risorse disponibili per investimenti pubblici e la modernizzazione e manutenzione delle infrastrutture (trasporti, ospedali, scuole) vengano utilizzate in tempi rapidi, contribuendo al rilancio del settore delle costruzioni e, indirettamente, dell'industria. A questo fine, domani si terra' al Ministero dell'Economia e delle Finanze la programmata riunione con i tecnici delle diverse amministrazioni competenti sul piano di investimenti per la sostenibilita' ambientale e per l'innovazione tecnologica, nell'ambito dell'European Green Deal”.

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