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Economia
ArcelorMittal, sindacati critici. L'acciaieria 1 riparte il 15 gennaio

ArcelorMittal: altoforno 4, stop per lavori a marzo-aprile - L'altoforno 4, uno dei due, insieme al numwero 1, attualmente in marcia a Taranto, sara' fermato a marzo ed aprile per una manutenzione straordinaria. E' stato annunciato oggi pomeriggio nell'incontro in corso a Roma tra ArcelorMittal Italia, Invitalia e sindacati metalmeccanici. La fermata dell'altoforno 4 verra' compensata dalla ripartenza a fine gennaio dell'altoforno 2, a conclusione dei lavori di ammodernamento e sicurezza fatti fare da Ilva in amministrazione straordinaria, proprietaria degli impianti. Presentato anche il quadro produttivo di quest'anno: a fronte di una produzione di 5 milioni di tonnellate di acciaio, i laminati a caldo costituiranno 4,82 milioni di tonnellate. La componente dei prodotti verticalizzati sara' pari a 2,60 milioni di tonnellate. Ad illustrare il contenuto delle slide e' l'ad di ArcelorMittal Italia, Lucia Morselli.

ArcelorMittal: Morselli, iniziamo da qui, parte il lavoro - "Iniziamo da qui, e' l'inizio di un lavoro". Cosi' ha risposto l'ad di ArcelorMittal Italia, Lucia Morselli, al segretario generale Uilm, Rocco Palombella, che gli ha chiesto se il piano industriale presentato oggi ai sindacati, presente anche il socio pubblico Invitalia, puo' essere modificato. Lo riferiscono fonti sindacali. L'incontro tenutosi in Confindustria a Roma volge ormai al termine e ci saranno nuovi tavoli di approfondimento.

ArcelorMittal: Fim Cisl, acciaieria 1 riparte il 15/1 - La ripartenza dell'acciaieria 1 del siderurgico di Taranto dovrebbe presumibilmente essere intorno alla data del 15 gennaio con previsione della prima colata potenzialmente per il 20 gennaio. Lo ha annunciato la Fim Cisl a margine dell'incontro in corso a Roma tra ArcelorMittal, Invitalia e sindacati metalmeccanici. La Fim Cisl rilevainoltre che da un primo piano di rientro del personale si registra la presenza di circa 86 persone in aumento progressivo, composte per il 70% da manutenzione con innesti progressivi ad integrazione del personale di esercizio. In continuita' con le esigenze, verra' richiamato il personale interessato, specifica infine la Fim Cisl.

ArcelorMittal: Fim Cisl, non basta piano industriale - "L'incontro di oggi con ArcelorMittal e' servito finalmente per avviare finalmente un confronto sindacale e soprattutto per dettagliare gli aspetti fondamentali del piano industriale, gli investimenti, il livello delle produzioni e soprattutto tutti gli impianti, a partire da Taranto ma anche Genova e Novi Ligure, che devono essere riattivati. C'e' una fase di crescita dell'attivita' lavorativa che sicuramente e' interessante, pero' non basta ne' il piano industriale aziendale, ne' questa attivita' per lasciare tranquilli il sindacato e i lavoratori". Lo dichiara Roberto Benaglia, segretario generale Fim Cisl, dopo l'incontro di oggi tra ArcelorMittal Italia, Invitalia e sigle metalmeccaniche. "Incombe un grandissimo uso degli ammortizzatori sociali, incombe una grandissima incertezza sugli assetti finali", afferma Benaglia. Noi abbiamo chiesto di arrivare ad un accordo sindacale indispensabile, di passare prima per confronti sito per sito, per poter approfondire e non prendere a scatola chiusa quelle che sono le indicazioni di ArcelorMittal". "Ci saranno questi incontri, ci sara' una ripresa del confronto - annuncia Benaglia - che, ribadiamo, deve mantenere al centro i nostri aspetti fondamentali: la certezza degli investimenti che si svolgono, la certezza che gli ammortizzatori siano sostenibili per tutti i siti e per tutti i lavoratori, che il perimetro dell'accordo coinvolga i lavoratori anche di Ilva in as e non solo quelli di ArcelorMittal, e che ci sia una sostenibilita' anche per quanto riguarda l'integrazione" evidenzia ancora Benaglia. Infine, il numero uno dei metalmeccanici Cisl rileva che "oggi non c'era alcun rappresentante del Governo. Non disperiamo da questo punto di vista perche' l'accordo sindacale dovra' prevedere gli impegni del ministero del Lavoro e del Mise e li recupereremo strada facendo per ottenere le garanzie necessarie a rilanciare in importante polo che gia' nel 2021 ha buone possibilita' di ripresa ma che ha bisogno di accordi sindacali nuovi e forti", conclude.

ArcelorMittal: Uilm, no accordo blindato, piano da cambiare - "No ad accordo blindato, il piano va cambiato per tutelare tutti i lavoratori". Lo dice Rocco Palombella, segretario generale Uilm, dopo l'incontro di oggi a Roma tra ArcelorMittal Italia, Invitalia e sindacati sul nuovo piano industriale. "Dopo la riunione di oggi - afferma Palombella - siamo ancora piu' convinti che sia necessaria una modifica radicale dell'intesa raggiunta da Ami e Invitalia. I nostri dubbi erano fondati. L'accordo appare blindato e ci sono difficolta' a proseguire il confronto". "Abbiamo registrato una netta chiusura a negoziare su temi che riteniamo prioritari", evidenzia il leader della Uilm. "E' inaccettabile - prosegue il segretario dei metalmeccanici della Uil - che un'intesa che stabilisce l'ingresso dello Stato attraverso Invitalia, preveda migliaia di lavoratori in cassa integrazione per i prossimi 5 anni e tempi troppo lunghi per la realizzazione del piano industriale". "Invitalia e ArcelorMittal - aggiunge - prevedono una fumosa garanzia occupazionale per i propri dipendenti entro il 2025, mentre dimenticano completamente l'impegno a riassumere i 1.700 in Ilva As. A questi lavoratori - dice ancora Palombella - si aggiungono quelli dell'indotto per i quali non viene prevista nessuna forma di garanzia". "E' fondamentale - conclude Palombella - il coinvolgimento diretto del Governo per poter avviare un confronto senza pregiudiziali in grado di assumere misure indispensabili per la gestione di un piano che garantisca la salvaguardia ambientale e la tutela occupazionale per tutti i lavoratori".

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