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Economia
"Arpe, rischi di conflitti d'interesse". La lettera dei quotisti di Sator Fund

I grandi quotisti del Sator Private Equity Fund della Sator Capital Ltd controllata da Sator di Matteo Arpe manifestano il proprio dissenso, malessere di cui Affaritaliani.it aveva dato conto ad inizio aprile, per la gestione del fondo in fase di dismissione degli investimenti in portafoglio. Fondo la cui scadenza è già stata prorogata due volte (ora alla primavera del 2022) e che allo stato attuale mantiene ancora otto dei 12 investimenti effettuati.

I quotisti, la cui lettera è stata rivelata da da Milano Finanza, sono Carlo Rossi (presidente di Fondazione Mps), Antonio Marzolla (presidente di Fondazione Enasarco), Luciano Nunzio (presidente di Cassa Forense) e da due director di Effepilux, fondo pensione di Unicredit e hanno messo nel mirino in particolare la mancata vendita di Banca Profilo, il principale asset guidato da Fabio Candeli nel portafoglio del Sator Private Equity Fund, a Banor Sim di Massimiliano Cagliero che aveva messo sul tavolo 160 milioni di euro. Cessione sfumata che secondo alcune indiscrezioni sarebbe da addebitare anche a un potenziale conflitto di interesse su Tinaba(This is not a bank), la creatura su cui Matteo Arpe ha puntato di più, fintech che fino ad ora, come spiegato da Affaritaliani.it si è rivelata un colossale flop. Pensata già nel 2013, in cinque anni di vita non è mai uscita dallo status di start up.

E proprio il conflitto d'interesse di Arpe, rivela MF, viene sollevato dai grandi quotisti nella missiva. "Manifestiamo nuovamente forte insoddisfazione per il processo di dimissione degli investimenti in portafoglio, considerato che il fondo nel suo secondo anno di proroga risulta possedere ancora 8 delle 12 originali partecipate", scrivono i quotisti. "Per quel che riguarda il principale processo di exit del fondo abbiamo constatato diffidenza nei confronti dell'offerta di Banor Capital in quanto secondo il management non coglierebbe a pieno le potenzialità della banca così come espresse dai dati gestionali 2020". Rossi, Marzolla e Nunzio aggiungono che "nella nostra qualità di investitori non possiamo non cogliere alcune criticita' ed esprimere timori".

Primo tra tutti, "che il tempo a disposizione del fondo sta velocemente esaurendosi e ciò mette il management in una posizione di estrema debolezza in fase negoziale, rischiando di compromettere qualsiasi teorico metodo valutativo, seppur ragionevole in apparenza", per cui "non vorremmo che, in un contesto di forzati tentativi di vendita mediante ricerca di nuovi acquirenti in tempi ancor più ristretti, il fondo fosse poi costretto ad accettare un'offerta inferiore a quella che oggi è sul piatto. Vi invitiamo altresi'", concludono i quotisti, "a valutare se possano sussistere rischi di conflitti d'interesse per gli investitori in relazione alla posizione di Arpe, che attualmente risulta essere principale azionista, presidente e amministratore delegato di Sator, che ci risulta essere a sua volta quotista per circa il 18% del fondo Sator Private Equity e gestore del fondo stesso tramite Sator Capital Ltd. Se così fosse, chiediamo fin d'ora quali siano i presidi che possono assicurare la corretta gestione di detti potenziali conflitti d'interesse e quindi la tutela dei quotisti".

@andreadeugeni

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