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Economia
Astaldi vola in borsa, in attesa del via libera dei creditori al concordato in continuità

Astaldi vola in borsa, in attesa del via libera dei creditori al concordato in continuità

Boom di Astaldi in borsa, col titolo sospeso dopo scambi per poco più di 750 mila euro ed un prezzo teorico di 51,4 centesimi per azione (+24% circa rispetto alla chiusura precedente) nel giorno in cui si riunisce in via telematica l’adunanza dei creditori del costruttore romano da cui deve arrivare il via libera al piano di ristrutturazione del gruppo. Un via libera propedeutico al definitivo varo del Progetto Italia avanzato dal concorrente Salini Impregilo ed approvato ieri dalla Commissione Ue e che prevede la partecipazione di Cassa depositi e prestiti come anchor investor e l’ingresso di Astaldi (previo concordato preventivo in continuità) nel nuovo polo italiano delle costruzioni che Salini Impregilo sta sviluppando sotto il marchio WeBuild.

Già nell’agosto dello scorso anno Salini Impregilo, dopo aver rilevato in aprile Cossi Costruzioni (impresa che aveva tra l’altro realizzato il ripristino del Traforo del Monte Bianco dopo l’incendio del 1999), aveva sottoscritto accordi con Cdp Equity (e Salini Costruttori, socio di controllo del gruppo) e con le banche finanziatrici, che con un’esposizione di 1,66 miliardi circa (tra cui spiccano quelle di Unicredit, pari a circa 153 milioni, e di Intesa Sanpaolo, con circa 107 milioni) sui circa 3,275 miliardi di crediti chirografari (al netto anche della quota di debito intercompany) del debito concordatario complessivo rappresentano circa il 50,7% dei creditori.

Scontato dunque che votino a favore, così come hanno già deciso di fare i sottoscrittori del bond equity-linked da 140 milioni di euro (circa un altro 4,3% di voti) e dei fornitori (esposti per poco meno di 330 milioni, pari al 10% dei voti). Altrettanto scontato il voto contrario, già preannunciato, degli investitori che hanno sottoscritto il bond da 750 milioni con scadenza 2020 e cedola del 7,125% e che però non arrivano al 23% dei diritti di voto in un’assise in cui è richiesta la maggioranza semplice (50% più un voto) perché il piano di ristrutturazione sia approvato.

I dubbi, semmai, riguardano i tempi che saranno necessari a completare tutte le operazioni e poter così procedere con gli aumenti di capitale previsti dal Progetto Italia, dato che l’adunanza e il relativo voto è previsto solo per via telematica e non per delega stante le disposizioni di legge per limitare l’epidemia di coronavirus, procedura che prevede che i creditori che non eserciteranno oggi il proprio voto possano farlo per telegramma o per lettera, per telefax o per posta elettronica nei venti giorni successivi alla chiusura del verbale dell'adunanza stessa.

In questo modo i bondholder dissenzienti, che contestano il piano di ristrutturazione ritenendo che la remunerazione totale dei creditori chirografari di Astaldi non risulterà alla fine pari al 38% come prospettato, ma attorno al 18%, oltre a ritenere ingiusta l’attribuzione agli attuali azionisti di Astaldi di una quota pari al 6,5% del capitale sociale, potrebbero allungare il più possibile i tempi per l’approvazione riservandosi in ogni caso di opporsi all’omologazione e così facendo obbligare il Tribunale fallimentare di Roma a esprimersi nel merito riguardo le 22 pagine di obiezioni formali e sostanziali inviategli tramite lettera dai bondholder stessi. 

Obiezioni tra le quali spicca quella circa la presunta violazione del diritto di uguaglianza tra creditori chirografari, visto che alle banche, che continueranno a lavorare con la nuova società, sarebbero state favorite, come Salini Costruttori, dall’attribuzione di warrant premiali non previsti per i bondholder. Vero è che non esistendo al momento proposte alternative e con la pandemia mondiale di coronavirus che rallenta molti cantieri, allungare i tempi del concordato rischia di non portare giovamento ad alcuno e, nel caso in cui il defintivo via libera slitti oltre giugno, di creare problemi di liquidità ad Astaldi.

Visto il momento, in cui ogni azienda sta cercando di assicurarsi quanta più cassa possibile per far fronte ai propri impegni in attesa di una ripresa dell’attività che faccia ripartire ricavi al momento bloccati, Piazza Affari sembra augurarsi che il buon senso prevalga e il Progetto Italia vada in porto nei tempi previsti, preparandosi a festeggiare eventuali annunci di risultati parziali che già stasera facessero emergere una maggioranza a sostegno del piano di ristrutturazione tale da far desistere i bondholder dissenzienti.

 

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