Economia
Autostrade, il piano non convince il M5s. Anche Conte verso il no ai Benetton

"Sono state accolte tutte le richieste avanzate, sarà difficile dire di no", dice invece il Pd
"Per noi resta no". Così fonti di primo piano del M5S 'bocciano' all'Adnkronos la proposta avanzata da Autostrade per l'Italia per risolvere il nodo concessioni, recapitata nel tardo pomeriggio ai ministeri dei Trasporti e dell'Economia nonché a Palazzo Chigi. Il risarcimento di 3,4 miliardi per chiudere il procedimento, i 13,2 miliardi di investimenti e 7 di manutenzioni, nonché un taglio dei pedaggi con un abbassamento medio dell'1,75 sull'intero arco temporale della concessione non bastano a convincere i grillini. E questo nonostante l'Aspi nella sua proposta abbia evitato anche di chiedere la modifica del dl Milleproroghe, ovvero della norma che riduceva l'indennizzo a 7 miliardi in caso di revoca, cifra di gran lunga più bassa dei 23 miliardi previsti dalla convenzione siglata nel 2008. Intanto i tecnici continuano a studiare il documento con le proposte avanzate dall'azienda, ma la posizione dei 5 Stelle appare già netta.
E si apre il confronto nel governo sul piano di Aspi. Piano che e' sul tavolo di palazzo Chigi e sara' al centro del Cdm di martedi' (ma e' possibile che l'esecutivo si prenda ancora altro tempo). Ma il confronto nell'esecutivo e' partito tra nuove tensioni perche' i penastellati restano sulle barricate. "Sono state accolte tutte le richieste avanzate, sara' difficile dire di no", spiega un ministro del Pd che esprime soddisfazione per il cambio di marcia dell'azienda. Secondo fonti parlamentari della maggioranza lo stesso premier avrebbe apprezzato il passo avanti nella trattativa ma nella sede del governo non filtrano commenti. "A questo punto - dice un'altra fonte dem dell'esecutivo - non si puo' pensare di chiudere la porta in faccia ad Aspi".
Ma, almeno secondo Repubblica, il premier Giuseppe Conte avrebbe deciso di tenere fuori i Benetton da Autostrade. "E stavolta non vuole sentire ragioni", si legge sul quotidiano di Maurizio Molinari. "Ha bisogno di scongiurare la spaccatura della maggioranza, attestata da sempre su posizioni inconciliabili. Scansare una conta in consiglio dei ministri che certificherebbe la crisi politica del suo esecutivo. Minacciata a più riprese dal Movimento Cinque stelle, che a palazzo Chigi ha recapitato un messaggio preciso: l’unica alternativa alla revoca della concessione, che resta la via maestra, è il ritorno dei tremila chilometri di rete nelle mani dello Stato. E l’estromissione totale della famiglia di Treviso dalla società".