Aziende di Stato, stretta sugli stipendi. Con il Dl Lavoro addio buonuscite
Nelle politiche di remunerazione dei nuovi vertici l’azionista Mef dovrà assicurare il taglio dei costi. Bonus limitati: ecco le nuove regole
Aziende di Stato, il taglio ai compensi dei top manager: cosa cambia
Il governo Meloni è intervenuto anche sulle regole per le partecipate di Stato, in particolare per i manager. Nell’ultima versione del decreto Lavoro - si legge sul Sole 24 Ore - entra a sorpresa un cambio di rotta drastico sugli stipendi dei vertici delle quotate di Stato. In un panorama che va da Enel a Eni, da Leonardo a Poste fino a Enav e Monte dei Paschi, la nuova regola chiede al ministero dell’Economia di "esercitare il diritto di voto" per assicurare che le politiche di remunerazione da applicare ai nuovi incarichi di vertice rispondano a tre obiettivi, destinati a modificare drasticamente gli attuali criteri.
Il Mef interverrà- prosegue il Sole 24 Ore - su tre parametri chiave: quali "contenere i costi di gestione", "privilegiare le componenti variabili direttamente collegate alle performance aziendali e a quelle individuali rispetto a quelle fisse" ed "escludere o comunque limitare i casi e l'entità" delle buonuscite da riconoscere in caso di dimissioni o fine mandato. In sostanza, nell'ottica del ministero dell'Economia si tratta di una sorta di "moralizzazione" delle buste paga dei manager per cancellare o quanto meno limitare al minimo le prassi di compensi che oltre a essere ovviamente elevati sono blindati da componenti fisse scollegate ai risultati effettivi ottenuti dall'azienda.
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