Banking season/ Per le banche un magro bottino di 3 miliardi. L'ombra delle sofferenze sui dividendi

Con i numeri di Intesa Sanpaolo si è aperta ufficialmente anche in Italia l'earning season del settore bancario, un settore critico sia in termini di peso sugli indici di Piazza Affari sia per le ripercussioni in tema di credit crunch che le politiche di bilancio possono avere. Politiche di bilancio, come era ampiamente stato previsto, che risentono della "moral suasion" di Banca d'Italia (per molti sotto la spinta della Bce di Mario Draghi, che certo non ignora il reale stato di saluto delle banche italiane) per fare svalutazioni e accantonamenti quanto più possibile "realistici" ai fondi perdite su crediti.
Una pulizia di bilancio profonda che potrebbe secondo molti essere la premessa per poter un domani seguire la strada di una "bad bank" alla spagnola, cui conferire i crediti in sofferenza una volta che si sia superato il problema di una corretta valutazione degli asset a rischio eventualmente da cedere. Il tutto, ovviamente, conti permettendo, perché specialmente in una situazione come l'attuale in cui i segnali di ripresa non si traducono ancora in marcati incrementi degli utili (e in cui procedere a cessioni non sempre è possibile se si cercano valutazioni meno che depresse), maggiori accantonamenti significa nuova erosione dei mezzi propri e quindi ricerca di mezzi freschi con cui ricapitalizzare gli istituti, impresa non facile come hanno già scoperto in questi mesi banche come Mps o Carige.

Ma quali sono le attese del mercato relativamente alle trimestrali dei maggiori gruppi italiani che verranno rese note a partire nelle prossime settimane? Se si dovessero prendere come indicative le variazioni odierne delle quotazioni, non sembra esservi nulla di buono all'orizzonte: Ubi Banca (che comunicherà i dati il 26 agosto) oggi ha ceduto il 3,28% a 3,182 euro, Bpm (la cui semestrale sarà approvata il 27 agosto) ha perso l'1,97% a 0,373 euro, Banco Popolare (anche in questo caso i dati si sapranno il 27 agosto) l'1,96% a 0,977 euro. Solo Unicredit (che annuncerà la semestrale martedì prossimo, il 6 agosto) e Mps (che renderà noti i conti il giorno dopo, il 7 agosto) hanno limitato i danni cedendo rispettivamente lo 0,71% a 4,202 euro e lo 0,39% a 0,2034 euro.