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Economia
Bce, Lagarde debutta tagliando le stime. Eurolandia rallenterà nel 2020

L'economia europea rallenterà nel 2020 (rispetto alle previsioni di settembre). Christine Lagarde debutta nella sua prima riunione alla guida del Consiglio direttivo della Bce tagliando le stime di crescita per il 2020. Una diminuzione di un solo 0,1 punto percentuale (dall'1,2% all'1,1%), ma che ha un effetto di rinforzo dei timori degli investitori sul generale andamento dell'economia mondiale e che stoppa immediatamente gli acquisti in Borsa.  Non solo sui listini del Vecchio Continente, ma anche oltre Oceano a Wall Street. 

Subito dopo le parole della Lagarde, in cui il nuovo presidente della Bce ha spiegato che il Pil dell'eurozona crescerà a un ritmo più sostenuto nel 2019 (all'1,2% nel 2019, rispetto alle precedenti stime del +1,1%), ma che il tasso di crescita scenderà poi all'1,1% il prossimo anno, le Borse europee si indeboliscono, scivolando sui minimi di giornata e viaggiando poco sopra la parità mentre i future su Wall Street hanno virato in negativo preda dei timori per un rallentamento globale. In precedenza, i future erano piatti, dopo che ieri la Fed aveva deciso di mantenere i tassi di interesse invariati ed aveva segnalato l'intenzione di non apportare cambiamenti alla sua politica monetaria almeno fino alla fine del 2020.

Quasi invariate le stime dell'inflazione, prevista in crescita al ritmo dell'1,2% nel 2019, dell'1,1% nel 2020 e dell'1,4% nel 2021. A settembre le proiezioni prevedevano una crescita annua del prezzi dell'1,2% nel 2019, dell'1% nel 2020 e dell'1,5% nel 2021. Nel commentare le nuove previsioni sull'andamento del Pil, però, la Lagarde si è mostrata meno pessimista sull'andamento economico perché i rischi al ribasso per l'outlook sono un po' meno pronunciati rispetto a qualche mese fa".

"Non sto scommettendo su quando Usa e Cina arriveranno a un accordo commerciale", ha spiegato il successore di Mario Draghi, ma rispetto a qualche mese fa ci sono dei miglioramenti e entro stasera sapremo l'esito delle elezioni britanniche che potrebbero fornire qualche maggiore elemento di chiarezza.

"Certo siamo coscienti della crescita debole che abbiamo ora e sarebbe apprezzato un ritorno a un ritmo vicino al potenziale di crescita dell'eurozona e ci avvicineremo nel 2021 quando avremo una crescita all'1,4%", ha aggiunto.  

Per il resto, il debutto della Lagarde è in continuità con Draghi. Il Consiglio infatti ha confermato che gli acquisti di attività nell'ambito del quantitative easing continueranno al ritmo di 20 miliardi di euro al mese e che "proseguiranno - ha spiegato la Lagarde - finché necessario a rafforzare l'impatto di accomodamento dei suoi tassi di riferimento e che termineranno poco prima che inizierà a innalzare i tassi di riferimento".

Il Consiglio direttivo intende infine continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui inizierà a innalzare i tassi di interesse di riferimento "e in ogni caso finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario".

Come Draghi, anche l'ex numero uno del Fondo Monetario Internazionale ha invitato "i governi che dispongono di margini per interventi di bilancio dovrebbero agire in maniera efficace e tempestiva alla luce dell'indebolimento delle prospettive economiche e di rischi al ribasso ancora pronunciati" e quelli "con un debito pubblico elevato a perseguire politiche prudenti e conseguire gli obiettivi di saldo strutturale, creando le condizioni affinche' gli stabilizzatori automatici operino liberamente". 

Il presidente della Bce poi ha confermato che lancerà una revisione della strategia della Bce. "Non vi è nulla di strano - ha puntualizzato il banchiere centrale - nel fare una review della strategia, l'ultima l'abbiamo fatta nel 2003, quindi è più che legittimo di farlo. È nostra intenzione che la review inizi a gennaio e sia completata entro la fine del 2020. Consulteremo non solo i soliti sospetti ma anche membri del parlamento, esperti del mondo della finanza e rappresentanti della società civile. Non cercheremo solo di predicare il nostro vangelo ma di ascoltare anche le persone a cui ci rivolgiamo".

Infine, sollecitata sul dibattito tutto italiano sull'European Stability Mechanism, la Lagarde intervenuta sulla riforma. "L'idea che il Mes possa prendere di mira un singolo paese in particolare è del tutto fuorviante", ha spiegato riferendosi alle critiche della Lega di Matteo Salvini. "Il Mes è uno strumento per la stabilita', che e' previsto dal trattato europeo, e non mira a creare alcun problema a un singolo paese - ha detto - Se avessimo avuto il Mes in funzione con le clausole collettive nella crisi greca, saremmo stati in grado di risolvere i problemi in modo molto piu' spedito. Non possiamo riscrivere la storia ma avere delle regole, delle Cacs miranti a evitare il comportamento di alcuni creditori molto tossici, va a beneficio di ogni paese in difficoltà".

 

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