La Bce mantiene i tassi invariati e si prende una pausa dai tagli, ma lo scenario resta fragile. Ecco perchè - Affaritaliani.it

Economia

Ultimo aggiornamento: 18:35

La Bce mantiene i tassi invariati e si prende una pausa dai tagli, ma lo scenario resta fragile. Ecco perchè

Il commento di Raphael Thuin, Head of Capital Markets Strategies di Tikehau Capital

Crescita più solida, inflazione in calo e mercato del lavoro resiliente permettono alla Bce di restare attendista. L'analisi 

La Banca Centrale Europea (BCE) ha confermato la sua posizione attendista nell’ultima riunione di politica monetaria di oggi, in un contesto in cui l’area euro mostra una resilienza economica inattesa. Nessuna sorpresa è emersa da questa decisione, poiché gli indicatori macroeconomici sembrano, al momento, allineati con i target fissati.

La crescita nell’area euro si rivela più robusta del previsto, la disoccupazione resta su livelli storicamente bassi e le prospettive di inflazione convergono verso il target del 2% («il processo di disinflazione è concluso»). Tutti segnali incoraggianti che permettono alla BCE di mantenere una politica monetaria considerata in linea con la situazione attuale e che sembrano suggerire che l’orientamento della BCE resterà invariato ancora per un po’ di tempo. 

Questa condizione di apparente sicurezza non elimina la necessità di rimanere vigili. Infatti, le incertezze permangono su più fronti. Se le tensioni commerciali legate ai dazi si sono in parte attenuate - il loro livello medio in Europa resta vicino alle ipotesi iniziali della BCE -, i contenziosi su acciaio, alluminio o tassazione digitale continuano a rappresentare rischi latenti.

«I rischi sull’inflazione sono più bilanciati». Sul piano dell’inflazione, la BCE si mostra fiduciosa ma rifiuta di abbassare la guardia. Gli investitori tengono a mente che diversi fattori potrebbero rilanciare le pressioni inflazionistiche nei prossimi mesi: la svalutazione dell’euro, l’aumento dei salari o ancora gli effetti dei piani di stimolo fiscale messi in campo da alcuni Stati membri sono altrettanti elementi da monitorare.

Lo spettro politico e le sue ripercussioni. Benché la presidente non abbia mostrato un’eccessiva preoccupazione sul caso della Francia, l’instabilità politica, mai troppo lontana in Europa, aggiunge un ulteriore livello di complessità. I recenti eventi in Francia ricordano che le tensioni sociali e politiche possono tradursi rapidamente in un rialzo dei rendimenti sovrani, equivalenti di fatto a un inasprimento monetario. Uno scenario che, se si concretizzasse, potrebbe eventualmente costringere la BCE a rivedere la propria strategia.

Per il momento, tuttavia, all’interno della BCE prevale il senso di un compito portato a termine. In una fase in cui il libero scambio vacilla, le tensioni politiche tornano a emergere e l’indipendenza della Federal Reserve viene messa in discussione, l’area euro può contare su una banca centrale credibile, capace di attraversare senza scosse l’ambiente turbolento degli ultimi mesi.