Bitcoin a picco: in sei settimane bruciati 1.000 miliardi, crollo sotto i 90 mila dollari. Che cosa aspettarsi? Lo scenario - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 12:55

Bitcoin a picco: in sei settimane bruciati 1.000 miliardi, crollo sotto i 90 mila dollari. Che cosa aspettarsi? Lo scenario

Il mercato delle criptovalute è in forte calo: liquidazioni, deflussi dagli ETF e incertezza sui tassi spingono Bitcoin ai minimi degli ultimi mesi. L'analisi di IG Italia

di Filippo Diodovich*

Bitcoin crolla sotto i 90 mila dollari, mercato crypto in rosso di 1.000 miliardi con liquidazioni e deflussi dagli ETF ai massimi

Il mercato delle criptovalute è entrato in una fase difficile. Nelle ultime sei settimane sono stati cancellati oltre 1.000 miliardi di dollari dalle valutazioni globali delle criptovalute, a causa dei timori per le valutazioni elevate del settore tech e dell’incertezza sulla politica dei tassi d’interesse negli Stati Uniti. Secondo l'aggregatore di dati sulle crypto, CoinGecko, circa 18.000 coin hanno complessivamente perso il 25% del loro valore rispetto ai massimi del mese scorso, cancellando circa 1,1 trilioni di dollari di capitalizzazione di mercato complessiva. Nel frattempo, anche Bitcoin ha perso più di un quarto del suo valore nello stesso periodo e ora scambia ai livelli più bassi da aprile, portandosi in territorio negativo da inizio anno.

Qual è il motivo della caduta del Bitcoin?

Per molti la principale ragione del crollo sono le vendite di alcune importanti posizioni a leva (qualcuno ha nominato Strategy nonostante le smentite del proprio Chairman Michael Saylor) un fattore che ha accelerato il ribasso, creando un effetto a cascata man mano che le margin call hanno forzato la chiusura di ulteriori posizioni.

Bitcoin scende sotto la soglia dei 90.000 dollari

In questo contesto, Bitcoin ha mostrato nuovi segnali di tensione nelle ultime settimane. È finora sceso brevemente sotto i 90.000,00 dollari, segnando il prezzo più basso degli ultimi sei mesi, mentre gli investitori si allontanano dal rischio.

Perché si vendono i Bitcoin?

I deflussi dagli ETF spot su Bitcoin quotati negli Stati Uniti hanno raggiunto i livelli peggiori da febbraio, con i detentori di lungo periodo che avrebbero venduto circa 815.000 BTC negli ultimi 30 giorni. Questo rappresenta un ulteriore segnale d’allarme per il sentiment, poiché la riduzione delle posizioni da parte di questi investitori solitamente stabili suggerisce crescenti dubbi di convinzione. Il cambiamento delle aspettative sulla politica monetaria della Federal Reserve (Fed) ha inoltre pesato in modo significativo, con la probabilità di un taglio dei tassi a dicembre crollata bruscamente intorno al 50%.

Segnali contrastanti dagli istituzionali

Sul fronte leggermente più positivo, ci sono segnali istituzionali che suggeriscono che l’interesse di fondo non sia del tutto evaporato. Per esempio, benché i dettagli restino vaghi, alcuni report indicano che grandi investitori e fondazioni starebbero comunque aumentando le allocazioni, vedendo l’attuale debolezza come un’opportunità per costruire posizioni a livelli più interessanti rispetto ai recenti massimi.

I fattori macro guidano la dinamica della correzione

Le implicazioni per Bitcoin sono chiare: in primo luogo, viene trascinato al ribasso principalmente dai fattori di rischio macro e dalla più ampia liquidazione degli asset speculativi, piuttosto che da un deterioramento dei suoi fondamentali. In secondo luogo, la liquidità appare più sottile e l’attività di market making è sotto pressione, aumentando il rischio di movimenti amplificati anche a fronte di flussi moderati. In terzo luogo, sebbene esista un’adozione strutturale e un interesse istituzionale per Bitcoin, questi segnali positivi di lungo periodo sono attualmente oscurati dai venti contrari macro nel breve termine. La transizione verso il “risk-off” tra gli investitori ha colpito in modo particolare gli asset percepiti come speculativi, con Bitcoin – in quanto asset non regolamentato – che ne sta soffrendo in misura sproporzionata.

Cosa guardare nei prossimi giorni?

Oggi assolutamente la trimestrale di Nvidia, che può migliorare o peggiorare notevolmente il sentiment sugli asset rischiosi. Guardando più avanti crediamo che il driver possa essere l'andamento delle aspettative sulle scelte in politica monetaria della Federal Reserve. Se il sentiment degli investitori dovesse migliorare, magari grazie a un inatteso ammorbidimento dei tassi di interesse negli Stati Uniti o a segnali di crescita globale più robusti, Bitcoin potrebbe mettere in atto un rimbalzo dagli attuali livelli. Al contrario, se le aspettative di tagli dei tassi resteranno depresse e le valutazioni tech continueranno a indebolirsi, Bitcoin potrebbe tornare a testare livelli più bassi finché non emergerà una base di supporto più solida. L’orientamento della politica monetaria della Fed sarà cruciale, poiché tassi più bassi riducono il costo-opportunità di detenere asset non remunerativi come Bitcoin.

*Senior Market Strategist di IG Italia

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