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Economia
Bitcoin, rubati oltre 600 milioni di dollari dalla piattaforma Poly Network
Fonte Pixarbay

Bitcoin, furto da 600 milioni di dollari: la piattaforma digitale di exchange Poly Network, in seguito a un attacco hacker, si è vista portar via quasi mezzo miliardo di dollari in cripto asset

Ben 600 milioni di dollari in cryptovalute sono stati recentemente rubati. A rivelarlo è Poly Network, una piattaforma digitale che connette diverse blockchain. Si tratta di uno dei maggiori furti di monete virtuali. Gli hacker, secondo le prime voci, avrebbero approfittato di una vulnerabilità di Poly Network per rubare oltre 610 milioni di dollari, secondo quanto valutato dalla società di sicurezza SlowMist.

Oggi, però, secondo la Cnbc, gli hacker avrebbero cominciato a restituire le criptovalute rubate, con un messaggio allegato alla transazione in cui spiegano di essere “pronti a restituire” quanto rubato. Per ora, sarebbero stati restituiti circa 4,8 milioni di dollari.

"Credo che questo dimostri che, anche se puoi rubare asset digitali, riciclarli e guadagnarci è estremamente difficile a causa della trasparenza della blockchain", ha commentato Tom Robinson, analista di blockchain per Elliptic, in una e-mail inviata alla Cnbc. “In questo caso”, ha aggiunto, “gli hacker hanno concluso che l'opzione più sicura fosse quella di restituire gli asset rubati”.

Furto Bitcoin: la più grande truffa di sempre, il caso Mt.Gox

Ma quello che è successo a Poly Network non è stato un caso singolare di truffa. La truffa più importante legata alle criptovalute è stata quella del 2014 sulla piattaforma exchange con sede a Tokyo Mt. Gox. Un attacco hacker causò la sottrazione di ben 850 mila Bitcoin (BTC), per un valore stimato secondo la quotazione odierna di oltre 25 miliardi.

Naturalmente, il fondatore Mark Karpeles venne accusato di compiacenza e negligenza, considerando che dal 2010 al 2014 l’exchange era la piattaforma più grande per gli scambi di BTC.

Furto Bitcoin: la piattaforma Africrypt

Intorno agli ultimi giorni di giugno, sono spariti ben 69.000 Bitcoin, per un totale di circa 3 miliardi di dollari. Protagonista dell’accaduto, la piattaforma sudafricana di scambio criptovalute (detta comunemente exchange) Africrypt, gestita da i fratelli Ameer e Raees Cajee.

Secondo quanto riferito dall'agenzia di stampa Bloomberg, ad aprile, uno dei due fratelli, Ameer Cajee, di 17 anni, avrebbe informato i suoi clienti che la società era stata vittima di un attacco hacker, chiedendo loro di non informare le autorità, per non ostacolare il processo di recupero dei fondi perduti. Ma questo non era altro che un modo per guadagnare tempo. Infatti, le criptovalute erano state tutte trasferite verso altri servizi, rendendole di fatto non più rintracciabili.

Bloomberg ha spiegato, inoltre, che l'autorità finanziaria del paese non può, allo stato attuale, avviare un'indagine contro società come Africrypt, poiché le risorse di criptovaluta non sono considerate prodotti finanziari in Sudafrica.

Furto Bitcoin: la storia di Mirror Trading International

Una situazione analoga si era già verificata l'anno scorso in Sudafrica, anche se all'epoca riguardava “solo” 23mila bitcoin, un terzo del caso precedente. La piattaforma Mirror Trading International, anch’essa exchange di criptovalute, si era resa protagonista di un raggiro da 1,2 miliardi di dollari.

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