Economia
Bollette, non solo luce e gas: ora anche l'acqua sarà una mazzata per gli italiani
Le città con i costi più elevati risultano Livorno (844 euro), Frosinone e Pisa (837 euro) e...

Bollette, non solo luce e gas
Negli ultimi anni, la questione delle bollette dell’acqua ha assunto un peso crescente in Italia, sia per il carico economico sulle famiglie sia per le criticità strutturali del sistema idrico. Un’analisi del Servizio Stato Sociale, Politiche Fiscali e Previdenziali della Uil segnala che, oltre ai rincari tariffari, in molte aree – soprattutto nel Mezzogiorno – la situazione è particolarmente delicata.
Nel Sud, infatti, circa un terzo dei comuni ha dovuto introdurre razionamenti, coinvolgendo oltre 2,3 milioni di nuclei familiari, stando ai dati Istat. Il problema nasce da infrastrutture obsolete, scarsa manutenzione e perdite d’acqua che superano il 45,5 % a livello nazionale. In regioni come Calabria e Sicilia la dispersione supera addirittura la metà del volume immesso in rete.
Nel 2025, secondo lo stesso studio Uil, una famiglia tipo di tre persone con un consumo annuale di 180 m³ pagherà mediamente 497 euro, contro i 473 euro dello scorso anno: un incremento del 5 %, superiore all’inflazione prevista. Nel Nord-Est l’aumento arriva a 33 euro (+7,03 %), mentre nel Centro la spesa media tocca i 681 euro annui, con un rialzo di 21 euro (+3,18 %). Nel Nord-Ovest la bolletta passa da 372 a 396 euro (+6,45 %). Nel Meridione e nelle Isole l’aggravio medio è di 19 euro (+4,49 %), portando l’esborso a 442 euro.
Le città con i costi più elevati risultano Livorno (844 euro), Frosinone e Pisa (837 euro), Grosseto e Siena (819 euro), Arezzo (800 euro), Firenze, Pistoia e Prato (751 euro) e Carrara (746 euro). All’estremo opposto, Isernia, Milano, Campobasso, Cosenza, Savona, Trento, Napoli, Monza, Avellino e Ragusa presentano spese tra 159 e 276 euro l’anno.
La Uil osserva che tariffe più contenute non corrispondono necessariamente a servizi migliori: nel Sud si investono solo 30 euro pro capite l’anno, contro i 95 euro del Centro-Nord. Il risultato è un circolo vizioso di prezzi bassi, qualità mediocre, reti fatiscenti e difficoltà ad accedere ai fondi del Pnrr per mancanza di progetti o tecnici qualificati.
L’organizzazione sindacale sottolinea inoltre che almeno 20 interventi del Pnrr – molti legati a opere idriche ed energetiche – risultano in stallo: alcune gare sono andate deserte e diversi cantieri non partono. In particolare, le iniziative per il potenziamento delle “reti idriche al Sud” sono ferme, mentre le perdite continuano ad aumentare.
Lo studio della Uil incrocia dati forniti dai gestori pubblici e privati del servizio idrico con quelli dell’Istat. Le tariffe analizzate includono quota fissa, parte variabile, oneri di bolletta e Iva al 10 %, e riguardano gli anni 2024-2025 per le famiglie residenti.