Economia
Bonomi cerca futuro e s'offre col suo pacchetto di voti: puzzle Confindustria
Corsa alla presidenza, testa a testa tra Garrone-Orsini con un punto di domanda su Gozzi. Verso la presentazione dei programmi il 21 marzo, al voto il 4 aprile
Confindustria, l'incognita Gozzi sulla corsa alla presidenza tra manovre e sotterfugi
Mancano due giorni alla presentazione dei programmi dei due candidati alla corsa alla presidenza di Confindustria. Ma a tenere banco, ancora una volta, è la vicenda elettorale. Brevissimo riassunto delle puntate precedenti: ai nastri di partenza si sono presentati in quattro, ma col passare delle settimane le cose sono cambiate. Alberto Marenghi ha potuto certificare una percentuale intorno al 3% e ha quindi scelto di abbandonare la corsa; Emanuele Orsini la scorsa settimana ha potuto dimostrare di aver superato il quorum del 20%; Edoardo Garrone l'aveva già fatto. Rimaneva dunque l'incognita Antonio Gozzi. Il patron di Duferco aveva ricevuto attestazioni e firme che gli facevano pensare di poter avere il 25% dei consensi complessivi. Ma non tutte le firme si sono tramutate in voti e Gozzi è stato escluso dalla corsa alla presidenza.
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E qui iniziano i problemi. L'imprenditore ligure minaccia di adire le vie legali appellandosi a quel 25% di voti garantiti che continua a ribadire di avere. Una parte di Confindustria ha dunque detto che la scelta di escluderlo è stata fatta seguendo "bizantinismi" e che la cosa migliore sarebbe far raccontare a Gozzi quali siano i suoi programmi e solo su questo scegliere chi tra i tre ha i connotati migliori per diventare presidente di Confindustria.
Ma fermiamoci allo stato attuale delle cose: tra Orsini e Garrone c'è un mondo. Il primo è l'espressione di quelle piccole e medie imprese che rappresentano il cuore pulsante dell'economia e la stragrande maggioranza delle aziende italiane. Non ha uno standing d'impatto, ma ha il "polso" dell'associazione degli industriali. Dalla parte opposta c'è invece Garrone, attuale presidente del Sole 24 Ore, che può contare su una tradizione manifatturiera antica e ha dalla sua la solidità di un gigante dell'energia.
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C'è dunque una scelta di campo da fare. Con due incognite. La prima si chiama Carlo Bonomi: il presidente uscente sogna ancora di poter sedere alla presidenza del Sole 24 Ore e sta cercando di "offrire" il suo pacchetto di voti - non molto cospicuo, in realtà - a chi vorrà accontentarlo. Ma soprattutto rimane da capire che cosa vorrà fare Gozzi. Le strade sono due: paralizzare le elezioni, adendo le vie legali e rischiando di tirare la palla più avanti possibile, magari con un interim proprio di Bonomi. Oppure consegnare il proprio bacino elettorale, questa volta assai più corposo, a uno dei due candidati. Solo che l'incompatibilità con Garrone, per motivi di business, di storia, di retaggio è cosa arcinota. E quindi la via naturale potrebbe essere proprio Orsini.
Accetterebbe, l'ex presidente di Federlegno, di ricevere questi voti? E in cambio di che cosa? Facile pensare che Gozzi potrebbe chiedere una vicepresidenza di peso, magari perfino proporre una sorta di ticket in cui uno dei due fa il presidente e l'altro una sorta di consigliere delegato o ruolo analogo. Fantascienza? Può essere, e al momento non si va oltre le ipotesi. Ma chissà quali altre sorprese potrà riservare la corsa alla presidenza da qui al 4 aprile, quando l'assemblea dovrà votare per scegliere il nuovo presidente di Confindustria. Sarà una corsa che regalerà ancora molte emozioni.