Economia
C’eravamo tanto odiati. Lo strano rapporto dei populisti con l’Europa a proposito della gaffe della Lagarde

Christine Lagarde, presidente della BCE, ha detto una fesseria enorme affermando che “non siamo qui per chiudere gli spread” e il presidente Mattarella ha fatto bene a farlo notare con un intervento forte e inusuale. La Lagarde è una distinta signora che di economia non ha mai capito un granchè, però è una donna di polso, autorevole, una politica di razza abituata a gestire situazioni complesse, che avrà fior di consiglieri, meraviglia pertanto la sua uscita totalmente inopportuna (mentre c’è un’epidemia in corso), al di la del fatto specifico su quali siano gli ambiti di manovra della BCE. Ma ci sono momenti nei quali, oltre i manuali e le regole, serve dare messaggi per assicurare un bene più prezioso, quello della sopravvivenza di un intero sistema. Il mio pensiero è andato subito a Mario Draghi (presidente uscente della BCE) il quale nel 2012, a proposito di cosa avrebbe fatto la BCE per salvare l’Euro, disse perentorio: “whatever it takes” (tutto quello che serve). Il punto però su cui vorrei soffermarmi è un altro. Ricordo infatti gli insulti che negli anni si è preso Mario Draghi, soprattutto da alcuni suoi connazionali, semplicemente perché espressione della famigerata Europa che salva le banche contro i cittadini. Questa è stata la retorica populista che ci ammorbato per anni. Ve lo immaginate cosa sarebbe successo se, a fronte di questa emergenza, avessimo avuto la nostra liretta? Saremmo finiti nel burrone, punto. Così come saremmo finiti nel burrone se supermario non avesse azionato nel 2015 il famoso bazooka (comprando direttamente titoli pubblici europei per 60 miliardi al mese e non più, come in passato, accettandoli solo come garanzia per pronti contro termine) per fermare la crisi dei debiti sovrani (che ha riguardato in primis l’Italia). Però, come abbiamo notato, i no euro e i no Europa in questi giorni sono un po’ spariti dalla circolazione. Sono diventati silenti, si sono intimiditi, hanno si chiesto a gran voce le dimissioni della Lagarde ma nessuno si è spinto a rigettare l’Europa che, soprattutto in tali circostanze, resta l’unica ancora di salvezza. Anzi, da parte di alcuni di questi populisti ci sono state richieste di intervento dell’Europa, legittime e auspicate, ma fa un po’ sorridere che, chi prima lanciava strali sull’Europa inutile ora la insegue come utile e salvifica. Ben venga chi si ravvede di fronte alle proprie stupidaggini dette in passato, però attenzione l’Europa non è una mucca da mungere quando serve. Ho sentito dire castronerie inenarrabile sul Fondo Salva Stati prossimo alla firma che certi populisti vedono come fumo negli occhi, ignorando che questo fondo sarebbe l’unica occasione di sopravvivenza di fronte ad uno schianto del paese Italia.
Poche ore dopo la gaffe della Lagarde, la Commissione Europea e la BCE stessa, hanno cambiato totalmente registro facendo passi importanti verso l’Italia e tutti i paesi in difficoltà, garantendo flessibilità del Patto da un lato e liquidità necessaria dall’altro. Ci auguriamo di uscire presto dall’incubo virus, ma dopo ci aspettiamo da parte di tutti un maggiore rispetto delle istituzioni Europee. Avremo forse l’occasione di rivedere alcune rigidità (quindi populisti studiate e andate alle riunioni), però attenzione noi abbiamo un problema in più, grande come una casa: il debito pubblico. Ricordiamo anche che è un debito in Euro e, nonostante la montagna di questo debito, il costo per interessi è abbastanza compresso grazie all’Euro e alla famigerata BCE. Questo debito però è una spada sulle nostre teste che, al di la delle regole più o meno flessibili che riusciremo ad ottenere, è una zavorra ingiusta a carico dei nostri figli. E’ soprattutto per loro che dobbiamo aggrapparci all’Euro, alla BCE, alle istituzioni Europee e con serietà dobbiamo affrontare una rimodulazione seria di questo debito grazie alle circostanze attuali che ci consentono di farlo con più elasticità. La mia preoccupazione è che alla fine della buriana del virus si torni al solito tam tam, che si dimentichi tutto in fretta tornando a politiche miopi ed egoiste, ma soprattutto inutili, volte solo ad acchiappare voti (come è stato dagli 80€ a quota 100). Se la Germania fin da subito può disporre di interventi propri e diretti quasi illimitati (fino a 500 miliardi), come ha dichiarato il ministro delle finanze tedesco, lo può fare perché ha un debito sotto controllo e conti in ordine.