Economia
Caro energia: a rischio un'impresa su 4, gli industriali invocano il nucleare
Rincari, crisi in Ucraina, tetto al prezzo del gas e lavoro: serve "un nuovo mix" di fonti energetiche
Crisi e Recovery Plan: "La nostra responsabilità è verso i giovani"
"Il nostro tessuto imprenditoriale, reduce dalla pandemia, si trova oggi a fronteggiare l’impatto della guerra, una sciagura che produce conseguenze economiche pesanti per l’Europa e, ancor più, per l’Italia. Il conflitto, d’altra parte, ha accelerato fenomeni che avevamo iniziato a subire già lo scorso anno: i rincari di materie prime, semilavorati e componenti; la dilatazione dei tempi di consegna e le difficoltà di approvvigionamento; il balzo dei prezzi energetici; l’impennata dei noli marittimi e i colli di bottiglia nella rete logistica. Cominciamo, inoltre, a rilevare una riduzione nel tasso di crescita degli ordini e siamo prossimi a una stretta sui tassi d’interesse".
"Con l’avvento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, come classe dirigente del Paese, adesso abbiamo il dovere di pensare, responsabilmente, a quei 5,8 milioni di giovani italiani che oggi hanno tra i 15 e i 24 anni e che nel 2058 avranno tra i 51 e i 60: saranno loro a ripagare i debiti che abbiamo contratto per questo sforzo straordinario. Di questi giovani, ben un milione si trova in Lombardia e 466.000 tra Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia”.
"L’Italia non è un Paese per giovani. Alle nuove generazioni dobbiamo consegnare un mondo nuovo, più inclusivo e gratificante dal punto di vista lavorativo. L’Italia, oggi, ha il terzo più elevato tasso di disoccupazione in Europa: oltre l’8,3% contro una media nell’Eurozona del 6,8%. Inoltre, il 20% di ragazze e ragazzi tra i 15 e i 24 anni non studia, non lavora, non si forma. La Lombardia ha una percentuale di NEET più bassa, pari al 17%, ma si tratta comunque di 165.000 giovani che si trovano nella più totale inattività. È intollerabile: si sprecano vite, talenti e forze".
"In questo scenario, il nostro obiettivo è duplice, chiosa Spada, rendere più attrattivo per i giovani il lavoro nelle nostre imprese e permettere, allo stesso tempo, alle nostre aziende di trovare profili adeguati. Occorre, insomma, una vera ‘rivoluzione copernicana del lavoro’, per affrontare con decisione il gap di competenze e la carenza di capitale umano. In questa partita è fondamentale il supporto di tutte le istituzioni pubbliche, nazionali e territoriali".
"Per questa ragione, conclude Spada, chiedo al ministro Colao di progettare insieme la prima Zona Economica Speciale Virtuale del Paese, che ci consenta di sperimentare il Programma ‘Lavoro 4.0’. Un’area “laboratorio” su cui testare una nuova forma di organizzazione del lavoro basata sulla collaborazione digitale e orientata a un’impostazione più smart ed efficiente. Un modello che punta alla formazione per colmare il gap di competenze che affligge il Paese”.