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Economia
Clima, l'Italia crolla nel ranking mondiale dei Paesi in lotta contro la crisi

L'Italia arretra  nella classifica delle performance climatiche: sotto di 15 posizioni

L'Italia prosegue a rilento nel contrasto al cambiamento climatico, o meglio arretra, e come riporta il giornale italiano delle Nazioni Unite, il Paese è crollato di 15 posizioni nel Climate Change Performance Index del Germanwatch. Secondo il rapporto annuale sulla performance climatica globale, al momento nessun Paese è allineato con l'obiettivo di ridurre le emissioni.

La classifica, che valuta 63 Paesi e l'Unione europea, evidenzia che nessun Paese ha raggiunto le performance necessarie per affrontare efficacemente l'emergenza climatica e contenere l'aumento della temperatura a 1,5°C. In particolare, l'Italia occupa il 37° posto nella riduzione delle emissioni di gas serra e il 58° posto per la politica climatica. Una transizione così ritardata potrebbe costare fino a 17,5 trilioni di euro in 30 anni, pari al 14,5% del Pil. Al contrario, la Danimarca si posiziona al quarto posto grazie alla significativa riduzione delle emissioni e allo sviluppo delle fonti rinnovabili, mentre Paesi come Emirati Arabi Uniti, Iran e Arabia Saudita, fortemente legati ai combustibili fossili, occupano le posizioni più basse della classifica. La Cina, principale emettitore globale, mantiene la 51ª posizione, mentre gli Stati Uniti retrocedono al 57° posto a causa della scarsa attuazione delle misure anti-inflazione. Solo tre membri del G20, India, Germania e Unione europea, si posizionano nella parte alta della classifica, mentre la maggioranza, tra cui Canada, Russia, Sud Corea e Arabia Saudita, hanno registrato performance climatiche deboli.

Il Climate Change Performance Index (Ccpi) misura la performance attraverso parametri quali gli obiettivi dell'Accordo di Parigi e gli impegni per il 2030. La valutazione del Ccpi si basa per il 40% sulle emissioni, per il 20% sulla crescita delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica, e per il restante 20% sulla politica climatica.  Mauro Albrizio, responsabile ufficio europeo di Legambiente, dichiara: "Alla Cop28 pertanto è cruciale raggiungere un accordo ambizioso che preveda di triplicare la capacità installata di energia rinnovabile, raddoppiare l'efficienza energetica ed avviare da subito il phasing-out delle fossili. Solo così sarà possibile una drastica riduzione entro il 2030 dell'utilizzo di carbone, gas e petrolio, mantenendo ancora vivo l'obiettivo di contenere il surriscaldamento del pianeta entro la soglia critica di 1,5 gradi".

LEGGI ANCHE: Crisi climatica, il disperato appello di Mattarella: "Non c'è più tempo"

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