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Economia
Comau, Elkann fa dietrofront. Le mire dei francesi sui gioiellini di casa Fiat

Iveco, Comau e Teksid: le società cui fanno capo, all’interno della galassia Agnelli, la produzione di veicoli industriali e autobus (nel caso della controllata di Cnh Industrial), l’automazione industriale e le attività siderurgiche (nel caso delle due controllate di Fiat Chrysler Automobiles), erano da settimane sotto i riflettori del mercato che si interrogava sul loro destino in vista della futura fusione tra Fca e Psa Group (Peugeot). In molti si attendevano un destino simile a quello di Magneti Marelli, ceduta a fine 2018 ai giapponesi di Calsonic Kensei per 6,2 miliardi.

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Quello che sembrava al momento il solo punto fermo, lo scorporo di Comau e l’attribuzione agli azionisti di Fca prima della fusione con Peugeot, è di fatto già saltato: nella nota che annuncia la sigla del memorandum d’Intesa sulla cui base sarà realizzata la fusione alla pari si dice esplicitamente che prima del closing Fca “distribuirà ai propri azionisti un dividendo speciale di 5,5 miliardi di euro mentre Groupe Psa distribuirà ai propri azionisti la quota del 46% detenuta in Faurecia” (che gli analisti stimano valga 2,7 miliardi) mentre “Fca continuerà a lavorare alla separazione della partecipazione detenuta in Comau” (stimata in modo prudenziale dagli analisti di Kepler-Cheuvreux sui 250 milioni di euro), da effettuarsi “quanto prima successivamente al perfezionamento dell’operazione” e pertanto “a beneficio degli azionisti del nuovo gruppo” e non solo a quelli di Fca.

Il che comporta una riduzione de facto del premio di circa il 32% concesso da Peugeot agli azionisti di Fca: senza di esso, stimava un mese e mezzo fa Kepler-Cheuvreux, la fusione post dividendo straordinario e scorporo di Faurecia e Comau avrebbe dovuto vedere l’attribuzione ai soci del gruppo francese di poco più del 60% dei titoli del nuovo gruppo, mentre poco meno del 40% sarebbe dovuto toccare agli italiani. Visto che ad oggi Fca capitalizza 21 miliardi (15,5 miliardi post dividendo straordinario) contro i 18,5 miliardi che valeva all’annuncio dei primi contatti per la fusione e Peugeot 20,2 miliardi (17,5 post scorporo Faurecia) contro i 22,6 miliardi di fine ottobre, il premio si è ridotto a un paio di miliardi ossia a circa un residuo 13%. 

Un premio residuo che tiene evidentemente conto del possibile apprezzamento di Comau, per la quale un paio d’anni fa, quando si iniziò a ipotizzare una sua cessione (o quotazione) si era arrivati a ipotizzare un valore di 1,3-1,5 miliardi, applicando multipli in linea con la parte alta della forchetta valutativa di competitor dalle caratteristiche simili, come la tedesca Kuka. Una scommessa nella scommessa in cui i francesi sembrano aver creduto quanto o persino più degli italiani.

Luca Spoldi

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