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Economia
Confindustria, partite incrociate Giovani-Big. Rumors da Viale dell'Astronomia

Un mandato di quattro anni per i senior e uno di tre per i junior: non accadeva da un po’ che le due partite elettorali in Confindustria s’intrecciassero. Già perché a maggio del prossimo anno scadranno sia la presidenza di Alessio Rossi alla guida dei Giovani di Viale dell’Astronomia sia quella di Vincenzo Boccia. Timing che, spiegano ad Affaritaliani.it fonti interne all’associazione degli industriali, potrebbe far sì che il numero delle candidature per succedere a Rossi e gli equilibri in seno al Consiglio generale dei Giovani possano essere influenzati dai giochi dei “grandi”.

boccia
 

I candidati, quelli ufficiali e quelli di cui si vocifera, per il momento sono quattro: uno formalmente annunciato, Giuseppe Pasini, uno “in pectore”, Carlo Bonomi, uno in “rampa di lancio”, Emanuele Orsini, e uno “a grande richiesta”, Edoardo Garrone.

Fra i junior di Confindustria, che a differenza dei senior votano in maniera capitaria (una testa, un voto) i due nomi che si fanno per il dopo-Rossi sono quello del siciliano Riccardo Di Stefano, uno dei vicepresidenti di Rossi che pare non abbia una grande impresa alle spalle, e quello del vicentino Eugenio Calearo Ciman, presidente dei Giovani industriali del Veneto, figlio dell’ex numero uno di Federmeccanica e parlamentare Massimo Calearo, che il consiglio regionale del Veneto vuole candidare per la presidenza nazionale.

alessio rossi
 

Una Regione da dove fino a poco fa, racconta chi segue da vicino le vicende del Sistema dell’Aquilotto, sarebbe potuta arrivare la candidatura “nobile” di Giordano Riello. Industriale dal cognome “importante” che invece, dopo essersi dimesso due anni fa dalla vicepresidenza nazionale dei Giovani (ufficialmente “per impegni aziendali”, com’è avvenuto per un altro blasonato papabile, ma per i grandi, Matteo Zoppas), è rimasto fuori dai giochi. Quindi, per i baby imprenditori si prospetta uno scontro fra Veneto e Sicilia. Fin qui normali dinamiche poco ingarbugliate. Questo, però, è un anno particolare: scade Boccia e in Viale dell’Astronomia, mai come quest’anno, gli appetiti nelle retrovie sono molti.

Carlo Bonomi Assolombarda
 

Visto che anche i Giovani di Confindustria si strutturano a livello territoriale (provinciale e regionale), potrebbe succedere, fanno notare le fonti, che se la spaccatura lombarda fra Bonomi e Pasini non si ricomponesse, il numero uno di Assolombarda o il capo degli imprenditori bresciani potrebbero spingere un proprio candidato fra i Babies da impiegare e “sacrificare” poi nel gioco generale delle alleanze in vista del voto finale in Consiglio. E, come loro due, altrettanto potrebbero fare Orsini in Emilia Romagna o qualche altro candidato delle altre regioni del Nord che, da qui a gennaio, decidesse di scendere in campo e di giocare le proprie carte. Insomma, fattori che cambierebbero totalmente la gara a due fra i junior così come si configura ai nastri di partenza.

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Nel frattempo, sulla partita più generale del dopo-Boccia, dal sistema dell’Aquilotto fioccano i rumors su questo o quell’altro candidato. Pare che sull’industriale dell’acciaio di Feralpi dal fatturato miliardario scommetta Banca Intesa, la prima banca italiana, un peso massimo del mercato del credito europeo la cui moral suasion non passa certo inosservata nel mondo imprenditoriale.

In Emilia Romagna, ma non solo, visto che è a capo di un’intera associazione categoriale (FederLegno), si vocifera che le skill anche manageriali di Emanuele Orsini invece siano molto gettonate dagli associati. Gli industriali gli riconoscono il successo del Salone del Mobile. Assieme al Fuori Salone, la design week milanese, organizzata da FederLegno, è diventata infatti un happening internazionale di culto in tutto il mercato dell’arredamento, appuntamento che due anni fa Orsini ha affidato alle cure di Claudio Luti di Kartell. Una scelta azzeccatissima e un assoluto jolly, spiegano gli addetti ai lavori, che Orsini ha tirato fuori dal mazzo e che ha dato un’accelerata alla crescita del prestigio del Salone.

Orsini2
 

Per chi segue da vicino la partita della presidenza di Confindustria, più della sua grande passione per la Ferrari (guida anche il Maranello Village, di cui è diventato presidente dopo essere stato il principale fornitore del gruppo) e della sua mega collezione di macchine da gara del Cavallino che custodisce gelosamente (possiede anche una delle monoposto che fu di Michael Schumacher), Orsini è riconoscibile nel sistema perché in possesso di quelle doti da capitano di squadra che potrebbero servire ora a unire una Confindustria un po’ divisa e in crisi di rappresentanza.

garrone
 

Dopo il successo dell’assemblea di Assolombarda in cui ha preso a ceffoni la politica economica del governo Conte uno e due, Bonomi continua la sua galoppata mediatica fra trasmissioni tv e comparsate radiofoniche, intervenendo con tempismo perfetto sulle tematiche sul tavolo del Tesoro. Non potrebbe essere altrimenti, visto che Bonomi ha dietro due pezzi grossi del giornalismo italiano: l'ex mattatore di Radio 24 Oscar Giannino, che pare gli faccia da ghostwriter, e Antonio Calabrò, forse quello più interessato, si vocifera, a una vittoria di Bonomi nella gara per il dopo-Boccia. Da vicepresidente di Assolombarda (con deleghe per l’organizzazione, gli affari istituzionali e la legalità), Calabrò infatti punterebbe a fare il grande salto per guidare la più blasonata delle territoriali di Confindustria.

E Garrone? Il suo telefono continua a squillare, ma prima di sciogliere le riserve, si dice, pare che voglia essere sicuro di vincere.

twitter11@andreadeugeni

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