Coronavirus, Recovery Fund nelle mani di Von Der Leyen. Conte: "E' Urgente" - Affaritaliani.it

Economia

Coronavirus, Recovery Fund nelle mani di Von Der Leyen. Conte: "E' Urgente"

di Andrea Deugeni

Tutto nelle mani di Ursula von der Leyen che dovrà dare forma al Recovery Fund. Nonostante i toni trionfalistici del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il Consiglio europeo è un mezzo flop. Niente Eurobond o Coronabond come aveva chiesto inizialmente l'Italia.

Mentre il rapporto debito/Pil secondo il Def in lavorazione salirà a quasi il 156%, l'unica mutualizzazione dell'indebitamento potrebbe arrivare (ma ancora non si sa ancora in che forme) dal modo con cui si finanzierà il fondo per la ricostruzione, di cui però al momento non c'è un progetto definito. Questo mentre le conseguenze economiche della diffusione dell'epidemia sono già manifeste in particolare nei tessuti industriali dei Paesi del Sud Europa (per Banca d'Italia ogni settimana di lockdown è costata al nostro Paese lo 0,5% del Pil annuo, circa 9 miliardi di euro).

Il vertice dei 27 capi di Stato e di Governo fa solo un passettino in avanti rispetto a quanto stabilito nella riunione dell'Eurogruppo del 9 aprile. Il Consiglio Ue ha dato il proprio avallo al pacchetto di misure dell’Eurogruppo, sostegno che poggia su tre gambe: i prestiti del Mes agli Stati (240 miliardi), il fondo Sure per sostenere le casse integrazioni (100 miliardi) e i prestiti Bei alle imprese (200 miliardi), per un totale di 540 milioni di euro, un pacchetto da rendere operativo per il primo giugno in modo da venire incontro alle esigenze dei Paesi del Sud Europa, Italia in primis di non far passare troppo tempo per fronteggiare l’emergenza della ricostruzione post-Coronavirus.

Il breve messaggio del presidente del Consiglio Giuseppe Conte al termine del Consiglio Ue


Ma, sul Recovery Fund c’è stato solo un accordo comune a lavorare sul nuovo strumento, dando l’incarico alla Commissione Ue di analizzare poi le necessità e di avanzare una proposta. Progetto che deve esser presentato entro il 6 maggio rispetto alla data del 29 maggio originariamente annunciata dallo stesso esecutivo comunitario (ma diverrà operativo solo nel 2021). Segno che le discussioni sono molto accese e le posizioni distanti su molti punti. Anzi, tutti come ammontare risorse, e aumento del bilancio europeo per le garanzie, modalità, ammontare e durata degli strumenti di finanziamento (recovery bond), modalità e tempi di rimborso del fondo, modalità di divisione dei contributi e, soprattutto, tipologia di strumenti (trasferimenti a fondo perduto, o prestiti da restituire).

Nel suo intervento, dopo l’invito ai Ventisette leader collegati in videoconferenza del presidente della Bce Christine Lagarde a fare molto e presto in uno scenario che può portare il Pil annuo dell'Eurozona a perdere il 15%, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ha chiesto che la dotazione del Recovery Fund sia di “1.500 miliardi”, strumento che fornisca “grants (sovvenzioni) agli Stati membri, essenziali per preservare il mercato unico, un ‘level playing field' e assicurare una risposta simmetrica a uno shock simmetrico".

Dunque trasferimenti e non prestiti, perché è in gioco, sottolinea Conte, l’esistenza dell’Unione europea stessa. "L'emergenza sanitaria è diventata molto presto economica e sociale. Ma adesso stiamo affrontando anche un'emergenza politica”, avrebbe spiegato poi il primo ministro secondo alcuni fonti comunitarie. Per Conte che, a quanto si apprende, nel corso del Consiglio ha chiesto una modifica alle conclusioni finali, il fondo  è "necessario e urgente": un mese fa, come anche sottolineato dal premier in una brevissima conferenza stampa al termine del summit, questo veniva negato dalla Germania e dal fronte del Nord (Olanda, Finlandia, Svezia, Danimarca e Austria).

Ma non ci sono date di riferimento, scadenze. In sostanza, c'è l'accordo sulla risposta finanziaria Ue e sulla necessità di confezionarla rapidamente. Ma, come ha indicato il presidente francese Emmanuel Macron, "c'è disaccordo sui meccanismi" a cominciare dal fatto se il fondo per la ripresa finanzierà dei prestiti agli Stati (come indicano Berlino, L'Aia e Vienna) o dei trasferimenti (come chiede invece il nostro Paese) che non devono essere restituiti.

Ci sono divergenze anche sul volume finanziario del Fondo (a Bruxelles si parla di migliaia di miliardi). "Non siamo ingenui, è necessario continuare gli sforzi, dimostreremo che la solidarietà nella Ue esiste", ha detto il presidente Ue Charles Michel. Von der Leyen ha indicato che in gioco c'è una operazione di rilancio dell'economia che vale "non miliardi ma migliaia di miliardi". Intesi come volume di capitali che complessivamente potranno essere generati dall'azione Ue. Su tutte le questioni "è troppo presto per entrare nei dettagli adesso", ha aggiunto la presidente della Commissione europea. 

Soddisfatto invece Conte. "Tutti e 27 i Paesi Ue hanno accettato, anzi abbiamo accettato, di introdurre uno strumento innovativo, il Recovery Fund, un fondo comune finanziato con titoli europei che andrà a finanziare tutti i Paesi più colpiti, come l'Italia, ma non solo l'Italia. E' passato anche il principio che è uno strumento urgente e necessario. L'Italia è in prima fila a chiederlo", ha spiegato il premier nel breve messaggio registrato al termine del summit.

"Questa tappa importante della storia" dell'Unione Europea "renderà la risposta europea, ci auguriamo, molto più solida, efficace e coordinata", ha aggiunto. Intanto, per fronteggiare un probabile downgrade del merito dei credito italiano, la Bce ha aperto al collaterale tricolore junk, spazzatura delle banche del nostro Paese.

@andreadeugeni