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Economia
Coronavirus, Giordano (Immobiliare.it): "Ameremo di più la nostra casa"

Affaritaliani.it ha intervistato Carlo Giordano, co-fondatore e amministratore delegato di Immobiliare.it.

La crisi scatenata dall'emergenza Coronavirus sta paralizzando i mercati finanziari senza risparmiare alcuna categoria. Realtà 'native digitali' come Immobiliare.it, specie se appartenenti a un settore - quello del mattone - che rimane a galla più di altri, possono tuttavia sperare in un danno economico più contenuto. 

Immobiliare.it è una piattaforma digitale italiana che vanta oltre 1,2 milioni di annunci e 50 milioni di visite al mese su sito web e applicazioni. In attività da 15 anni, il portale è diventato in poco tempo leader del settore. 

"Sono giorni difficili per tutti", ha spiegato ad Affaritaliani.it Carlo Giordano, co-fondatore e amministratore delegato del portale. "Nei tre giorni successivi alla chiusura della Lombardia, il traffico sul sito ha vissuto una flessione fino al 10%, perché gli utenti hanno visitato quasi esclusivamente i siti di testate giornalistiche e agenzie di stampa per informarsi. Dal quarto giorno, il traffico è tornato quello di sempre, registrando addirittura un incremento del 3-4%. Chiuse tra le mura domestiche, le persone hanno più tempo a disposizione. Comprare casa è un progetto e, anche se al momento è quasi tutto fermo, la progettualità di vita delle persone continua. Chi aveva una ricerca in corso la porta avanti".

A subire una battuta d'arresto sono, invece, i contatti tra i potenziali acquirenti e le oltre 21.000 agenzie immobiliari indipendenti o parte di gruppi immobiliari che pubblicano gli annunci sul sito, insieme a costruttori e privati: "Siamo a circa -30%, al momento. Le persone sono a casa, le agenzie sono chiuse e non si può fare altrimenti".

"Devo precisare - ha aggiunto il manager - che abbiamo rilevato un incremento della categoria 'annunci salvati', che non è mai stata particolarmente performante. La scorsa settimana ha addirittura chiuso a +8%. A casa, gli utenti salvano gli annunci che trovano interessanti e li mettono da parte per quando si potrà tornare alla normalità, un'azione che crea una sorta di sicurezza e alimenta la speranza".

Sebbene Giordano si consideri un "privilegiato", essendo alla guida di un'impresa digitale (destinata, per ovvi motivi, a subire meno violentemente le conseguenze del virus), le preoccupazioni non mancano: "Senza la possibilità di inserire nuovi annunci, dopo alcune settimane le visite potrebbero scemare. I contenuti diventano datati e già visualizzati, dunque non più attrattivi per gli utenti. Rimaniamo fiduciosi".

In tempi di esilio domestico obbligato (fosse anche solo per senso civico), la domanda sorge spontanea: come cambia la percezione del proprio domicilio quando diventa l'unico spazio vitale concesso? 

"Questa situazione ci porterà ad amare di più la casa", ha spiegato ad Affari Carlo Giordano. "È diventata, ora più che mai, un luogo di rifugio. Essere obbligati a stare nel proprio domicilio, quando normalmente si passa più tempo fuori, ci porta inoltre a riflettere su cosa potremmo modificare di esso, ed ecco così emergere nuove esigenze: un salotto più spazioso, un bagno costruito diversamente. Ci si rende conto con maggiore lucidità che la propria casa è un luogo importante e non il dormitorio a cui spesso è ridotta nella frenesia di tutti i giorni".

Tra le sedi di Roma e Milano, ad oggi l’azienda conta su circa 300 persone. "Tutti i nostri dipendenti sono in smart working. Chiusi nelle loro abitazioni, mi stanno facendo notare che è una pratica molto gradita e comoda, che potrà sicuramente essere estesa anche al periodo post emergenza, ora che siamo strutturati per poterla adottare. Sta funzionando benissimo e credo sia una grande innovazione".

In un clima di surreale incertezza come quello in cui versa oggi l'economia (e non solo), dipingere gli scenari che emergeranno una volta rientrata l'emergenza risulta difficile anche per un esperto del settore. "Credo che il mercato immobiliare sarà colpito meno degli altri. Nel 2016, l’Italia era a quota 200mila compravendite: oggi sono più che raddoppiate. Erano anni molto più bui all'epoca, mentre ora si respira un'aria diversa, un ottimismo che il Coronavirus faticherà a spegnere. Adesso stiamo attraversando una fase di stasi forzata e improvvisa, ma a poco a poco i numeri torneranno ad essere quelli di prima".

Giordano ha poi spostato l'attenzione su Milano, città che lo ha adottato (dopo aver lasciato la natìa Torino) e che ha di recente rinnovato il proprio volto: "Milano è al momento congelata ma risentirà meno dell'impatto della pandemia rispetto ad altre città italiane: è cementata su un’economia talmente solida che potrà attivarsi con la stessa energia di sempre quando sarà tutto finito. L'Italia è un Paese forte e resiliente: rimbocchiamoci le maniche e adempiamo ai nostri doveri. Solo così potremo ripartire più forti di prima".

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