Coronavirus, quali aziende non devono chiudere: Boccia scrive a Conte
Affaritaliani.it pubblica la lettera del presidente della Confindustria inviata al governo prima della stesura del nuovo Dpcm sulla serrata delle fabbriche
"Contemperare la stretta decisa ieri con alcune esigenze prioritarie del mondo produttivo". Dopo un Consiglio di presidenza lampo, convocato poco prima di pranzo per stendere una lettera da inviare al governo Conte dopo il briefing in video-conferenza di ieri sera con le parti sociali sulla chiusura di tutte le attività produttive non essenziali, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia scrive al presidente del Consiglio Giuseppe Conte un testo di due pagine che Affaritaliani.it pubblica in esclusiva qui sotto. Lettera in cui il capo degli industriali chiede di tenere conto di alcuni punti molto importanti nella stesura del Dpcm sulla "serrata d'Italia" a causa dell'emergenza coronavirus, punti che difficilmente Palazzo Chigi è pronto a recepire facendo slittare il provvedimento che è già pronto nelle sue linee essenziali. Pare che il capo degli industriali abbia chiamato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Boccia chiede una chiusura graduale di alcune attività e il mantenimento di funzione di altre che altrimenti sarebbero pregiudicate per sempre. Inoltre ribadisce la necessità di interventi sulla liquidità delle imprese senza la quale la prosecuzione diventerebbe difficile. In particolare, il presidente di Confindustria chiede "una disposizione di carattere generale, che consenta la prosecuzione di attività non espressamente incluse nella lista e che siano, però, funzionali alla continuità di quelle ritenute essenziali; un'analoga disposizione che consenta la prosecuzione di quelle attività che non possono essere interrotte per ragioni tecniche (ad esempio, quelle riguardanti gli impianti a ciclo continuo e a rischio incidente), pena altrimenti un pregiudizio alla funzionalità dei relativi impianti produttivi, nonché la continuità di quelle strategiche per la produzione nazionale”.
Per Boccia si deve tener presente "l'esigenza che la prosecuzione di tali attività possa essere garantita mediante il ricorso a una procedura amministrativa molto semplificata, che faccia leva su un'attestazione del richiedente e su meccanismi di controllo ex post da parte delle Autorità competenti". Boccia chiede inoltre di "far salve tutte quelle attività di natura manutentiva (e le relative produzioni), legate a cicli produttivi e non, finalizzate a mantenere in efficienza macchinari e impianti, in modo da non pregiudicare la capacità degli stessi di poter essere riattivati alla ripresa delle attività; analoga necessità riguarda la prosecuzione delle attività di vigilanza di attività e strutture oggetto del blocco".
Bisogna poi "assicurare alle attività e strutture appena citate i tempi tecnici necessari dall'entrata in vigore del provvedimento, a concludere le lavorazioni in corso, ricevere materiali e ordinativi già in viaggio verso i siti produttivi, consegnare quanto già prodotto e destinato ai clienti. Infine, ma non certo in ordine di importanza, è indispensabile garantire flessibilità nell'individuazione delle attività essenziali mediante il meccanismo dei Codici Ateco, che se ben si addice alle attività commerciali, non si presta invece in modo efficace - anche perché alcune definizioni sono ormai risalenti nel tempo - a definire i confini e le caratteristiche delle attività industriali".
Da qui, il suggerimento a prevedere la possibilità con successivo decreto ministeriale al dpcm "o con altra modalità snella" di "ampliare o precisare i codici esclusi dal blocco". Su questa materia, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, la candidata alla presidenza Licia Mattioli ha scritto agli associati un messaggio per l'attività di lobby confindustriale nei confronti del governo. "Se avete settori codici Ateco che volete 'salvare' perché utili al Paese scrivetemeli che cerchiamo di farli ricomprendere", è il testo del messaggio che Affari ha potuto visionare.
"Sarà determinante, inoltre, sciogliere immediatamente il nodo del credito e più in generale della liquidità, come anticipato ieri, per evitare che questa situazione produca conseguenze irreversibili per le imprese e che gli imprenditori perdano la speranza nella futura prosecuzione delle attività", sottolinea Boccia che evidenzia come "sarà importante valutare i necessari provvedimenti relativi all'operatività della Borsa e del mercato finanziario per evitare impatti negativi sulle nostre società quotate. Per tutte queste ragioni, è fondamentale, considerare le proposte di Confindustria che Le abbiamo anticipato con il documento del 20 marzo".
@andreadeugeni
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