È stata la domenica della DEMOGRECÌA
Di Pietro Mancini
È stata la domenica della DEMOGRECÌA.
Dopo la netta vittoria dei "no", nel referendum, si prospettano ore drammatiche, pensando a oggi e domani. Ma si spera che il buonsenso negoziale possa ancora prevalere.
Il “No” alle condizioni dell’accordo con i creditori è volato oltre il 60%, nel cruciale referendum, indetto da Tsipras. Un trionfo oltre ogni aspettativa.
Una bocciatura, senza appello, della ex troika, che ha mandato onde sismiche in tutta l’Unione Europea e, in particolare, in direzione di Berlino dove, secondo la cancelliera Angela Merkel, «Tsipras sta mandando la Grecia contro un muro».
Un mandato popolare fortissimo al giovane premier, che ha chiesto un accordo con i partner internazionali, in tempi rapidi, anche «entro 48 ore». «Abbiamo dimostrato che la democrazia non può essere ricattata - ha esultato il leader di Syriza al termine di una giornata, considerata già storica da molti greci.
Matteo Renzi si è, troppo, appiattito sulla linea rigida di donna Angelona Merkel, rigorosa cancelliera di un Paese, la Germania che, nella storia, nella politica, sport, è, sempre, stata duramente anti-italiana.
Il giovane premier toscano non avrebbe dovuto rottamare D'Alema. Massimo ha ancora relazioni importanti, in politica estera, e avrebbe potuto dare buoni consigli al volenteroso, ma ancora inesperto, successore di Enrico Letta il quale, tutt'altro che serenamente, ha lasciato Palazzo Chigi poco più di un anno fa.