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Economia
Dl Dignità, scontro Di Maio-Confindustria: "Da imprese terrorismo psicologico"
LaPresse

"Confindustria oggi dice che con il Decreto Dignità ci saranno meno posti di lavoro. Sono gli stessi che

Dl Dignita': Conte, impropri toni allarmistici Confindustria

"Confindustria fa la sua parte pero' secondo me fraintende perche' se legge con attenzione il dl dignita' si accorgera' che non hanno nulla da temere". Lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte al termine delle celebrazioni dei 20 anni della Polizia postale. "Noi - ha aggiunto- non abbiamo abolito la possibilita' di stipulare i contratti a tempo determinato. Ma se si usano, se si dovessero usare toni allarmistici sarebbe assolutamente improprio".

gridavano alla catastrofe se avesse vinto il no al Referendum, poi sappiamo come è finita. Sappiamo come finirà anche in questo caso. Non possiamo più fidarci di chi cerca di fare terrorismo psicologico per impedirci di cambiare". E' quanto afferma il vice premier, Luigi Di Maio in un post su Facebook e Instagram nel quale afferma che ''siamo dalla parte dei cittadini e non faremo nessun passo indietro:. stateci vicino!".

"Il Decreto Dignità - sostiene il vice premier - combatte il precariato per permettere agli italiani, soprattutto ai più giovani, di iniziare a programmare un futuro. Cioè permette di creare quelle condizioni che sono la base per fare impresa, per rilanciare i consumi e per creare un circolo virtuoso. Dopo anni di precariato, e di leggi che hanno massacrato i lavoratori, è ormai evidente che queste politiche non hanno aiutato nessuno: né i lavoratori, né gli imprenditori. Sono convinto che gli effetti del Decreto Dignità porteranno anche Confindustria a questa conclusione".

Stamane in audizione alla Camera alle commissioni riunite Finanze e Lavoro, la direttrice generale dell'associazione degli imprenditori, Marcella Panucci aveva spiegato che "il fatto che per contratti tra i 12 e i 24 mesi sia richiesto alle imprese di indicare le condizioni del prolungamento, esponendole all'imprevedibilita' di un'eventuale contenzioso, finisce nei fatti per limitare a 12 mesi la durata ordinaria del contratto a tempo determinato, generando potenziali effetti negativi sull'occupazione oltre quelli stimati nella relazione tecnica al decreto (in cui si fa riferimento a un abbassamento della durata da 36 a 24 mesi)". 

Nella relazione tecnica la stima delle minori entrate contributive indotte dalla riduzione del limite massimo di durata dei contratti a tempo determinato e' formulata prendendo a riferimento i soggetti potenzialmente coinvolti da una riduzione da 36 a 24 mesi (pari a 8.000 individui all'anno dal 2019 in poi, stimati non trovare altra occupazione dopo i 24 mesi di contratto a termine). La proiezione del numero di soggetti coinvolti e dei conseguenti oneri finanziari, secondo Confindustria, potrebbe quindi, aumentare in caso si considerasse una riduzione del limite massimo di durata da 36 a 12 mesi.

Panucci dice che alla Confindustria "rimaniamo convinti che occorrerebbe evitare brusche retromarce sui processi di riforma avviati, assicurare stabilità e certezza al quadro regolatorio e non alimentare aspettative negative da parte degli operatori economici". "Pertanto - ha aggiunto - a nostro giudizio l'esame parlamentare del decreto Dignità può e deve rappresentare l'occasione per approvare alcuni correttivi volti a garantire una crescita sostenibile e inclusiva del paese, che favorisca la competitività delle imprese e valorizzi il lavoro".

Sul fronte dei contratti, secondo gli imprenditori la stretta sui contratti a termine "parte da presupposti sbagliati" e non tiene "in considerazione i dati effettivi degli ultimi anni. C'è il presupposto di aumento eccessivo della precarietà. Noi condividiamo la lotta agli abusi, ma nel decreto ci sono misure eccessive rispetto all'obiettivo. I dati non mostrano un aumento della precarietà". Secondo l'associazione degli industriali, "la migliore strada è agire sul costo del contratto a tempo indeterminato, con una riduzione netta del costo del lavoro". Il "punto critico - continua Panucci - è la reintroduzione delle causali, che non costituiscono un vero meccanismo di tutela, ma un onere e un rischio sia per l'impresa che per il lavoratore. Siamo dell'idea che dovrebbero essere eliminate almeno per i contratti fino a 24 mesi". Infine, aggiunge Panucci, le novità introdotte sull'indennità di licenziamento "rendono più difficile l'applicazione di contratti a termine e scoraggiano quelli a tempo indeterminato".

Il testo prevede poi lo stop alla pubblicità dei giochi d'azzardo, per cercare di combattere le ludopatie. Anche in questo caso per Confindustria c'è sproporzione tra l'obiettivo e i mezzi: "Il divieto assoluto della pubblicità ci sembra eccessivo". Quelle prese di mira dal documento "sono attività lecite - sostiene - che se troppo vincolate rischiano di dare spazio a quelle illecite". Secondo Panucci, "si potrebbero immaginare meccanismi differenti, chiarendo meglio gli spot. La pubblicità ha un valore informativo". Anche il capitolo che prevede sanzioni per chi fruisce di supporto pubblico all'investimento e poi dà vita a delocalizzazioni si tratta di "regole poco chiare e punitive in materia di delocalizzazioni".

Il provvedimento, ha spiegato Panucci, "presenta evidenti difficoltà di applicazione pratica, rimessa peraltro alle singole amministrazioni erogatrici, anche perché non individua una definizione chiara della delocalizzazione 'rilevante', e rende la disciplina in materia molto più estesa e punitiva di quella pre-vigente, contemplando una sanzione aggiuntiva alla restituzione dell'aiuto percepito (fino a 4 volte tale importo per le delocalizzazioni verso Stati non UE e non aderenti allo Spazio Economico Europeo)". A giudizio di Confindustria, "alla delocalizzazione non può essere associata una connotazione necessariamente negativa e occorre distinguere i processi di internazionalizzazione dell'attività d'impresa dalle delocalizzazioni selvagge".

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