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Economia
Prestiti Covid: un reato l'uso personale dei fondi, autonomi furbetti

Prestiti Covid, un reato l'uso personale dei fondi

È un comportamento scorretto da parte del professionista utilizzare il prestito Covid per pagare il mutuo della casa. Anche se la persona che lo riceve non è un'azienda ma una persona normale, sta ancora commettendo una sorta di frode utilizzando fondi pubblici destinati a sostenere le attività colpite dalla pandemia. Anche se una persona autonoma può avere beni separati per l'attività professionale e per le sue esigenze personali, il prestito garantito dallo Stato è pensato per aiutare le aziende e i liberi professionisti a mantenere la loro liquidità. Lo scrive Italia Oggi.

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La Corte di Cassazione ha confermato che il prestito Covid deve essere usato per sostenere l'attività produttiva, come pagare dipendenti o affitti per gli uffici, non per pagare mutui per la casa familiare. Questa decisione riguardava un dentista che aveva ottenuto un prestito di 340 mila euro e lo aveva in gran parte utilizzato per estinguere il mutuo sulla casa di famiglia, di cui era garante insieme alla moglie. Il tribunale ha sbagliato a dire che il denaro è stato usato per l'attività professionale, poiché il prestito era destinato specificamente a sostenere l'attività economica, non per spese personali.

La Corte ha chiarito che c'è una differenza tra l'attività professionale di una persona e le spese personali che possono essere sostenute con i fondi ricevuti. Ora sarà il giudice del rinvio a decidere sulla questione.






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