Economia
Embraco, operaio s'incatena ai cancelli.Calenda: verifica Ue sarà rigorosa

" E' la mia fabbrica, mi ha dato da mangiare per 25 anni", dice un operaio che si è incatenato ai cancelli della fabbrica della Embraco dopo i licenziamenti
Delusione e rabbia davanti ai cancelli dello stabilimento Embraco di Riva di Chieri, dopo l'incontro di ieri al ministero dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. Circa cento lavoratori si sono ritrovati alle 8 davanti alla fabbrica dove ci sono fotografi e televisioni. Al momento non sono previste manifestazioni. Serpeggia lo sconforto. I lavoratori sono disgustati dall'atteggiamento dell'azienda e sfiduciati perche' non vedono alcun tipo di prospettiva positiva. Lavoreremo fino al 25 marzo per far cambiare idea all'azienda, afferma Dario Basso, segretario generale della Uilm torinese.
"A questo punto il governo deve agire, i tempi sono strettissimi. Se un'azienda vuole insediarsi bisogna fare in fretta", osserva Ugo Bolognesi della Fiom. Fra gli addetti della Embraco, Daniele Simoni, da 25 anni operaio presso Riva di Chieri, si è incatenato ai cancelli della fabbrica. "Non voglio mollare, e' la mia fabbrica che mi ha dato da mangiare per 25 anni, finchè c'è uno spiraglio non mollero'", spiega l'operaio. Nell'incontro in agenda con la commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager, Calenda, secondo quanto spiegato prima dell'appuntamento, ha chiesto una deroga ai trattati per singoli casi, come ad esempio quello di Embraco.
"Ci sono condizioni che sono strutturali", per cui alcuni paesi in una diversa fase di sviluppo come la Polonia hanno un costo del lavoro piu' basso: "Io non potrei - ha detto il ministro a Radio anch'io - fare una norma che dice che per Embraco il costo del lavoro e' un po' piu' basso, perche' sarebbe un aiuto di Stato. Ma penso si possano interpretare i trattati nel senso di dire che in questo specifico caso, cioe' di un'azienda che si muove verso la Slovacchia, verso la Polonia, questa normativa puo' essere derogata". "Bisogna verificare se le normative per l'attrazione degli investimenti, in questo caso della Slovacchia, sui casi Honeywell ed Embraco, sono rispettose degli aiuti di Stato. Quindi, per prima cosa verificare se hanno violato le norme", ha detto Calenda.
"La seconda riguarda il fatto che alcuni paesi che sono una diversa fase dello sviluppo hanno costi del lavoro e dell'energia diversi: io devo poter opporre, nel caso di un'azienda che si voglia muovere in quei paesi - ha spiegato Calenda -, un pacchetto di incentivi per rimanere che renda il terreno di gioco piatto. Questo a rigore di Trattati oggi e' possibile in alcuni casi sulla ricerca nei paesi extra Ue: bisogna estenderla ai paesi europei".
L'incontro con la Vestager "e' andato bene", domani "la commissaria fara' una conferenza stampa", ha "molto ben chiaro il problema" e "mi ha assicurato che la Commissione e' molto intransigente nel verificare i casi segnalati in cui c'e' un problema o di uso sbagliato o non consentito degli aiuti o, peggio, di aiuto di Stato per attrarre da Paesi che sono parte dell'Ue", è stata la risposta di Calenda al termine dell'incontro a Bruxelles.