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Economia
Eni studia la cessione del 20% di Enilive. La mobilità green vale 10mld. Rumor

Eni pianifica la cessione del 20% di Enilive. La strategia del cane a sei zampe 

Eni sta studiando la cessione del 20% di Enilive, la divisione del gruppo che si occupa di mobilità sostenibile e che gestisce le bioraffinerie. Le indiscrezioni, già circolate nei mesi scorsi riguardo alla ricerca di un partner per una possibile quotazione, sono state rilanciate dall'agenzia stampa internazionale Bloomberg.

La società energetica italiana, sempre secondo quanto riportato dall'agenzia, sta lavorando con diversi consulenti, valutando l'intera attività circa 10 miliardi di euro (10,8 miliardi di dollari). Tuttavia ogni discussione sull'entità della vendita delle quote è ancora in una fase iniziale: l'operazione è ancora in fase di studio ed Eni non ha ancora stabilito in modo definitivo l'entità della quota da cedere né i passi successivi, soprattutto in relazione all'ipotesi di quotazione in Borsa.

Lo stesso ceo di Eni, Claudio Descalzi- ricorda il Sole 24 Ore- aveva confermato ad aprile – a margine della presentazione della trimestrale del gruppo – la ricerca di un partner e l’obiettivo del listing, che si inquadrerebbe nella strategia perseguita, che mira a  un “modello satellitare". "Plenitude ha rotto il ghiaccio, l’interesse per Enilive è alto e stiamo discutendo con diversi possibili partner strategici. È importante che condividano il progetto, com’è successo con il fondo Eip che ha acquisito il 7,6% di Plenitude attraverso un aumento di capitale di 588 milioni di euro. Chi entra nel capitale deve avere la nostra stessa visione del futuro e dei piani di crescita. Credo comunque che prima della fine dell’anno individueremo il partner giusto per Enilive". 

Una quota di minoranza di Plenitude, la divisione green di Eni, è stata ceduta nel 2023 a Energy Infrastructure Partners AG, ricorda sempre il Sole 24 Ore. Ma quali sono le mire espansionistiche del cane a sei zampe? Secondo quanto scrive sempre Bloomberg Eni starebbe puntando anche a scorporare le attività relative alla cattura e sequestro dell’anidride carbonica, prevedendo anche uno spinoff di Novamont (biochimica) – che controlla attraverso Versalis – che dovrebbe avvenire entro il 2027. 

Secondo indiscrezioni di stampa circolate in precendenza  Eni, ricorda sempre il Sole 24 Ore," avrebbe già avviato negoziati per cedere fino al 30% di Novamont, leader mondiale nel settore delle bioplastiche, per un corrispettivo intorno a un miliardo di euro". Ma non solo. Secondo quanto riportato dal quotidano economico, "ci sarebbero stati contatti anche con  Blackstone e con il fondo norvegese  HitechVision, già partner di Eni iin due joint venture: Vår Energi, ora quotata a Oslo, in cui sono confluite attività nell’Oil&Gas, e Vårgrønn, specializzata in impianti eolici offshore". 

LEGGI ANCHE: Eni tratta la vendita di Novamont ed Enilive: dalla cessione fino a 8 miliardi






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