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Economia
Fca, assist del Tribunale Usa su GM.La garanzia Sace non intacca l'M&A con Psa

Fiat Chrysler Automobiles può tornare a riaccendere il turbo? Mentre il progressivo allentamento delle misure di contenimento legate all’emergenza Covid-19 sta facendo risalire i livelli d’inquinamento nelle principali città italiane ed europee, dando conferma di un maggior utilizzo dei mezzi di trasporto privato che potrebbe contribuire a far ripartire la domanda per un settore, quello automobilistico, finora tra i più penalizzati dalla crisi nel Vecchio Continente, dall’altra parte dell’Atlantico giunge la notizia dell’invito avanzato da Paul Borman, il giudice della corte federale di Detroit ai Ceo di General Motors (Mary Barra) e di Fca (Mike Manley) ad incontrarsi di persona per chiudere rapidamente una disputa legale pendente da un anno che lo stesso Borman ha definito “uno spreco di tempo e risorse”.

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GM ha infatti accusato Fca di aver tentato di corrompere i vertici del sindacato Uaw per ottenere termini contrattuali più vantaggiosi rispetto ai concorrenti. Entrambe le parti si sarebbero dette disponibili all’incontro anche se per ora General Motors non sembra intenzionata a ritirare la causa che potrebbe andare avanti ancora per anni, un rischio sottolineato dallo stesso Borman (che nei giorni scorsi aveva già deciso di far cadere due capi d’accusa, quelli per concorrenza sleale e cospirazione civile, accettando altri tre per racket e corruzione).

Secondo il giudice, dato anche il periodo particolare, in cui l’emergenza Covid-19 sta mettendo sotto pressione l’economia americana e in tutto il paese non si placano le proteste per una maggiore giustizia sociale dopo il caso George Floyd, i due gruppi dovrebbero focalizzarsi sulla produzione di autovetture e sul mantenimento dei posti di lavoro, quest’ultimo un tema chiave anche delle prossime elezioni presidenziali di novembre.

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Barra ha dovuto abbozzare, dicendosi disponibile a incontrare Manley, ma per ora GM non rinuncia alla causa che in teoria potrebbe arrivare a costare al gruppo Fca fino a una decina di miliardi di dollari ma in pratica difficilmente avrà successo e quindi potrebbe risolversi in uno spreco di soldi e di tempo per entrambe le parti.

Tornando in Italia, è ormai in dirittura d’arrivo la garanzia di Sace su 4,4 miliardi di euro di prestiti (l’80% dei 6,3 miliardi di euro erogati da Intesa Sanpaolo a favore della divisione italiana del gruppo) col quale Fca Italy garantirà liquidità a tutta la sua filiera. La Corte dei Conti ha infatti dato parere favorevole all’emanazione del decreto da parte del Ministero dell’Economia e finanze, ultimo passaggio per concludere un’operazione che ha suscitato non poche polemiche dato che Fca ha sede legale in Olanda e fiscale (per la holding) in Gran Bretagna, pur pagando ovviamente le tasse in Italia per tutte le attività del nostro Paese (che però da tempo non producono utili, a differenza di quelle nordamericane).

(Segue...)

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