Fca, i giochetti di Goldman Sachs. E il titolo va dalle stelle alle stalle
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di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Non c'è niente da fare. Sui mercati, Goldman Sachs fa il bello e il cattivo tempo. Provate a chiederlo a Sergio Marchionne, l'amministratore delegato di Fiat-Chrysler Automobilies che le montagne russe in Borsa per i report della blasonata banca d'affari americana le conosce bene.
Se a fine agosto gli analisti della reginetta di Wall Street, scommettendo sugli spin-off della Galassia Fca, avevano messo le ali al prezzo delle azioni del gruppo italo-americano, fissando il target price stellare di 25,9 euro, poco meno del doppio del valore di Borsa attuale, oggi gli esperti a stelle e strisce guidati da Lloyd Blankfein hanno contribuito non poco ad affossarne le quotazioni.
Dopo ripetute sospensioni in mattinata a Piazza Affari per eccesso di volatilità, Fiat Chrysler è crollata di oltre il 5%, a circa 14,20 euro. Se in un primo momento dalle sale operative non sono arrivate grandi spiegazioni del tonfo, legate a particolari notizie per la brusca caduta del titolo (alcuni operatori hanno riferito di un ordine errato che avrebbe causato il movimento al ribasso, altri invece di due ordini "al meglio" molto consistenti che avrebbero determinato la scivolata del titolo), a pesare c'è stato soprattutto un report di Goldman Sachs. Analisi che si è mostrata un pochino meno ottimista sulle prospettive del gruppo auto, anche in vista della trimestrale che verrà comunicata al mercato martedì. La banca americana ha confermato il buy ma ha limato leggermente il target price a 25,3 euro.
Il motivo? Goldman ha ridotto del 4% le proiezioni sull'Ebit 2017, a causa di volumi di vendita più bassi nell'area Nafta, che calerà del 6% (contro il -2% stimato in precedenza). Tagliato anche l'Eps del terzo trimestre a 0,59 euro da 0,62 euro. Secondo qualche altro operatore, invece, nelle valutazioni degli investitori, avrebbe anche pesato il taglio della produzione di Alfa Romeo e Maserati alla luce delle nuove regole sulle importazioni in Cina.