Economia
Fed, Powell: inizio tapering possibile entro fine anno. Ma frena sui tassi

Possibile riduzione degli stimoli monetari entro il 2021, ma ancora senza una data precisa. La variante Delta preoccupa. L'intervento del presidente della Fed
Tapering entro la fine dell'anno. L'inizio della riduzione degli stimoli monetari Fed potrebbe avvenire entro il 2021. Ma un intevento frettoloso potrebbe causare danni, a causa dell'incertezza sanitaria, le debolezze dell'economia americana e il dilagare della variante Delta. E' ciò che è emerso dall'intervento del numero uno della Federal Reserve, Jerome Powell, in occasione del simposio di fine estate dei banchieri di Jackson Hole.
Ma una data per l'allentamento degli acquisti della Fed, oggi pari a 120 miliardi di dollari mensili, ancora non c'è. Il tapering, per il numero uno della Fed, non "è un segnale diretto di un vicino aumento dei tassi di interesse". "La tempistica e il ritmo dell'imminente riduzione degli acquisti di attività non intende fornire un segnale diretto per quanto riguarda la tempistica del rialzo dei tassi di interesse, per la quale abbiamo articolato un test diverso e sostanzialmente più rigoroso", ha spiegato Powell.
Sul capitolo inflazione, il numero uno della Federal Reserve, ha invece rassicurato: l'aumento dei prezzi "causa preoccupazioni", ma è "provvisorio". E' fiducioso del fatto che il target possa rientrare al 2%. "Abbiamo detto che continueremo a mantenere l'intervallo del target per il tasso sui fondi federali al livello attuale fino a quando l'economia non raggiungerà condizioni coerenti con la massima occupazione e l'inflazione avrà raggiunto il 2% ed è sulla buona strada per superare moderatamente il 2% per qualche tempo", ha dichiarato il numero uno della Fed.
"Se una banca centrale inasprisce la politica in risposta a fattori che si rivelano temporanei, ha osservato Powell, è probabile che i principali effetti della politica arrivino dopo che la necessità è passata. La mossa politica inopportuna, ha sottolineato Powell, rallenta inutilmente le assunzioni e altre attività economiche e spinge l'inflazione al di sotto del desiderato".
"Oggi, con un sostanziale allentamento del mercato del lavoro e la pandemia che prosegue, un tale errore potrebbe essere particolarmente dannoso. Sappiamo che lunghi periodi di disoccupazione possono significare danni permanenti ai lavoratori e alla capacità produttiva dell'economia". Tuttavia, ha evidenziato il numero uno della Fed, "la storia insegna, però, anche che le banche centrali non possono dare per scontato che l'inflazione dovuta a fattori transitori diminuira".
Anche sul fronte occupazione, "le condizioni del mercato del lavoro stanno migliorando ma sono turbolente, e la pandemia continua a minacciare non solo la salute e la vita, ma anche l'attività economica. Molte altre economie avanzate stanno vivendo condizioni altrettanto insolita". In ogni caso, "abbiamo molta strada da percorrere per raggiungere la massima occupazione e il tempo dirà se abbiamo raggiunto il 2% di inflazione su base sostenibile. Intanto, sul mercato Usa lo S&P 500 segna 4.505 punti e il Nasdaq Composite è in ascesa a 127 punti. Il dollaro è in calo, con l’euro tornato a 1,18. Milano in risalita a +0,3%.