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Economia
Fisco, taxi, balneari, Pnrr: tutti i dossier economici in bilico
Mario Draghi conferenza stampa

Che cosa succede con il Pnrr

Sono passate appena tre settimane da quando, il 29 giugno scorso, il ministero dell'Economia ha inviato alla Commissione europea la richiesta di sbloccare la seconda rata degli oltre 190 miliardi di euro previsti da Bruxelles per finanziare il Piano nazionale di ripresa e resilienza. L'Italia è riuscita a rispettare le 45 scadenze fissate entro la fine del mese scorso per poter sbloccare i 24,1 miliardi lordi della seconda tranche. Ora però ne devono esserne soddisfatte altre 55, tra traguardi e obiettivi, entro la fine dell'anno per incassare la terza. In gioco ci sono ulteriori 21,8 miliardi. "Completare il Pnrr", ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel suo intervento al Senato, "è una questione di serietà verso i nostri cittadini e verso i partner europei. Se non mostriamo di saper spendere questi soldi con efficienza e onestà, sarà impossibile chiedere nuovi strumenti comuni di gestione delle crisi. L'avanzamento del Pnrr richiede la realizzazione dei tanti investimenti che lo compongono". Tra i vari obiettivi da completare entro i prossimi sei mesi, ci sono riforme importanti, dal fisco alla concorrenza, il completamento del Polo strategico nazionale, l'adozione della riorganizzazione del sistema di istruzione primaria e secondaria, l'aggiudicazione dei progetti per rafforzare la resilienza del sistema elettrico, l'aumento del 15% del gettito fiscale rispetto al 2019 attraverso le cosiddette "lettere di conformità", il rafforzamento degli organici di tribunali penali e civili. Con tanto di decreti attuativi a corredo

Il Ddl Concorrenza

Draghi si è appellato ad un "sostegno convinto all'azione dell'esecutivo, non un sostegno a proteste non autorizzate, e talvolta violente, contro la maggioranza di governo" Mario Draghi nel suo discorso in Aula richiamando il Ddl Concorrenza e in particolar modo il pacchetto di liberalizzazioni che ha visto i tassisti di tutta Italia protestare più volte nelle ultime settimane. Il disegno di legge deve ora essere approvato prima della pausa estiva per consentire entro la fine dell'anno l'ulteriore approvazione dei decreti deleagti, come previsto dal Pnrr. Al centro delle proteste dei tassisti c'è l'articolo 10 del disegno di legge, articolo a cui i tassisti si oppongono, senza essere riusciti a oggi a trovare una mediazione con il governo. In particolare, a scatenare le ire dei tassisti è un passaggio del Ddl in cui si parla di un "adeguamento dell'offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante l'uso di applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l'interconnessione dei passeggeri e dei conducenti" con chiaro riferimento ad app come Uber e Lyft. Il Ddl fa riferimento inoltre ad una "promozione della concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze". Tema caldo che già aveva visto proteste accese nel 2006 quando a tentare la riforma era stato l'allora ministro dello Sviluppo economico, Pierluigi Bersani, con il governo Prodi bis. Favorevoli al Ddl sono invece le associazioni nazionali degli Ncc che per questo non hanno partecipato a scioperi ed agitazioni dei tassisti.

All'interno del Ddl concorrenza citato dal premier Mario Draghi nel suo discorso in Aula compare anche il nodo balneari. La partita, particolarmente delicata assieme a quella collegata dei tassisti, ha visto un primo faticoso voto al Senato a maggio ma rischia di saltare nel caso la crisi di governo si concludesse nel peggiore dei modi. Il Ddl concorrenza dovrebbe infatti essere approvato prima della pausa estiva per consentire entro la fine dell'anno l'ulteriore approvazione dei decreti delegati, come previsto dal Pnrr. La norma prevede che le concessioni balneari vengano assegnate con gare a partire dal primo gennaio 2024 salvo proporghe ben motivate da ragioni "oggettive, e connesse, a titolo esemplificativo, alla pendenza di un contenzioso o a difficoltà oggettive legate all'espletamento della procedura stessa". In questi casi i Comuni dovrebbero fornire una spiegazione per far slittare il bando "per il tempo strettamente necessario alla conclusione della procedura e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2024". Più complessa la partita, ancora tutta da giocare, relativa agli indennizzi previsti per i concessionari uscenti. Si tratta di indennizzi che saranno a carico dei subentranti e saranno stabiliti in un successivo decreto legislativo con il quale il Governo dovrà definire anche le regole per le nuove gare. Per questo aspetto saranno competenti i ministeri dello Sviluppo economico e del Turismo.

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