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Generali, NN costa troppo: si ritira. Sull'Opa Cattolica servono 64 mln in più

Teoricamente sarebbe un deal in esclusiva, ma i tempi si stanno allungando perché la compagnia francese vorrebbe allocare oltre al ramo danni anche quello vita. L’asset che rientra nelle strategie del Leone che punta a diventare leader laddove la compagnia è già presente, se aggiudicato, permetterebbe alla compagnia triestina di diventare leader nel Paese nel segmento danni considerato che nel 2014 il Leone si è assicurato, a tappe, il controllo di MPHB Capital Berhard e vanta anche una presenza di rilievo nella joint venture Future Group.

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Da Trieste, però degli asset vita che Axa vuole dismettere non vogliono neanche sentirne parlare, focalizzandosi sul Danni. L’operazione potrebbe concludersi intorno ai 300 milioni di euro, erodendo ulteriormente la cassa a disposizione di Philippe Donnet. Oltretutto sul dossier, su cui si era registrata la freddezza dei singoli soci privati che attendono il grande deal transformational oltre confine per recuperare il gap con il colosso tedesco Allianz e la francese Axa, il vicepresidente Francesco Caltagirone aveva chiesto in consiglio al group Ceo di strappare un buon prezzo. Indicazione da attuare per evitare di alimentare tensioni sulla governance che covano sotto la normale dialettica fra membri del board. 

Il group Ceo ha il mandato in scadenza ad aprile del prossimo anno e sa che sono questi i mesi decisivi per giocarsi la riconferma. Caltagirone e Leonardo Del Vecchio non hanno mai fatto mistero di volere un maggiore “attivismo” del Leone in ambito M&A. E Donnet sembra aver risposto prontamente, mettendo parecchia carne al fuoco e sedendosi a diversi tavoli.

Un primo, iniziale segnale di quali saranno le intenzioni del Leone arriverà il prossimo 15 giugno, quando si terrà il comitato governance. Si tratta di una riunione mensile che non avrebbe particolari motivi d’interesse se non fosse che al tavolo siede anche Caltagirone. Il quale non ha mai nascosto il suo malcontento sull’attuale gestione, fino ad arrivare al gesto eclatante di non presentare le proprie azioni nel corso dell’ultima assemblea del 29 aprile scorso. E facendo il bis con un invio di una mail ai membri del consiglio su cambiamenti nell'organigramma societario di prima linea. 

Lo stesso Donnet, alla vigilia di quell’assemblea, si era “auto-confermato” per il triennio 2022-2024 spiegando quali fossero i suoi piani per il futuro. È naturale pensare che da qui ad aprile il group Ceo cercherà di convincere – oltre a Mediobanca – altri soci forti a puntare sulla continuità.

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