Germania non felix/ Il Fmi vede rischi sulla crescita tedesca. Tagliate le stime sul Pil: +0,3% nel 2013

Il Fondo monetario internazionale ha dimezzato le stime sull'andamento dell'economia tedesca per il 2013, mettendo in guardia sul fatto che la recessione dell'Eurozona potrà frenare la crescita della maggiore economia europea. L'istituto di Washington, al termine della relazione cosiddetta Article IV, prevede ora una crescita "attorno allo 0,3%" nell'anno in corso, poichè la congiuntura dell'eurozona ha penalizzato esportazioni e investimenti. Meno di otto settimane fa il Fondo aveva alzato le stime a un +0,6% per il 2013.
Come già anticipato dal governo tedesco, anche il Fmi prevede una ripresa dell'economia tedesca nella seconda metà del 2013, in linea a quanto ha detto Mario Draghi riferendosi all'intera Europa, anche se la stima attuale è più bassa sia di quella del ministero all'economia tedesco (+0,5%) sia di quella della Bundesbank (+0,4%), l'istituo centrale. La revisione al ribasso segue un primo trimestre debole, come ha fatto presente Subir Lall, economista del Fmi presentando il rapporto sulla Germania.
Nonostante consumi solidi e un tasso di disoccupazione basso, il ribasso delle esportazioni verso gli altri paesi dell'Eurozona, più in difficoltà, aumenta le incertezze, soprattutto se la crescita dovesse fermarsi. Il Fondo ha inoltre avvisato che la performance di quest'anno potrebbe fare abbassare di misura anche le previsioni sulla crescita dell'anno prossimo, attualmente all'1,5%. "La stima rivista potrebbe aggirarsi attorno all'1,3% circa",ha detto Lall, senza ufficializzare il taglio. Il Fmi ha inoltre chiesto a berlino di proseguire con la riforma del mercato finanziario, aumentando gli ammortizzatori di capitale e la supervisione bancaria, in questo modo contribuendo a ridurre l'incertezza. Per l'istituto di Washington la politica fiscale tedesca è appropriata, ma ha messo in guardia contro un eccessivo consolidamento fiscale.