Economia
L'ipotesi Grexit spaventa i mercati. Lo spread balza sopra 150 punti
La fumata di nera di Bruxelles nelle trattative tra la Grecia e i creditori internazionali scatena le vendite sulle Borse del Vecchio continente. che ormai da una settimana registrano sedute negative sul timore di un'uscita di Atene dall'Eurozona. D'altra parte anche per i falchi della Bundesbank, una Grexit avrebbe "un impatto impossibile da quantificare". A spaventare gli investitori è soprattutto l'incertezza che aleggia sulle trattativa. Il governo Tsipras resta fermo sulle sue posizioni definendo "irrazionali" le richieste dei creditori, soprattutto in termini di tagli alle pensioni e di avanzo primario; la Germania replica: "Non ci faremo ricattare da Atene".
Lo stallo quindi prosegue in attesa del vertice dell'Eurogruppo di giovedì prossimo. Il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker resta ottimista convinto che "un accordo entro fine mese resta possibile", mentre il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, avverte: "Qualcuno potrebbe presto dire game over". A fine mese, infatti, Atene è chiamata a rimborsare 1,6 miliardi di euro al Fmi e in questo momento le casse dello Stato sono vuote. Il Fondo monetario internazionale, però, è tornato a chiedere "scelte difficili" alla Grecia e ai creditori internazionali che dovrebbero accettare "rimborsi più lunghi a tassi più bassi", in sostanza la ristrutturazione del debito chiesta dal governo Tsipras.
A Milano Piazza Affari cede l'1,8%, facendo peggio degli altri mercati del Vecchio continente: Francoforte arretra dell'1,2%, Parigi lima lo 0,9% e Londra lo 0,7%. Pesante Atene, con l'indice ellenico che cede di oltre quattro punti. Sul listino milanese soffre maggiormente il comparto bancario, anche perché l'impasse greca riporta pressione sui titoli di Stato: lo spread con i Bund tedeschi sale in area 145 punti base con un rendimento dei Btp poco sotto il 2,28%, inferiore comunque a quello dei Bonos spagnoli salito al 2,34%. Sul rialzo dei tassi del debito sovrano, però, incidono anche le aspettative di un aumento dell'inflazione che spingono gli investitori a cedere titoli di Stato alla ricerca di asset più remunerativi. L'euro oscilla intorno all'asticella di 1,12 dollari: la moneta europea passa di mano a 1,124 dollari (valute).
Dal punto di vista macroeconomico l'agenda di oggi è piuttosto scarica: l'Istat conferma l'uscita dalla deflazione ad aprile, ma rivede il dato definitivo dei prezzi a +0,1% annuo dalla stima iniziale di +0,2%. Bankitalia censisce il nuovo record del debito pubblico, ormai a un passo da 2.200 miliardi; nell'Eurozona il surplus commerciale sale a 24,9 miliardi di euro. Dagli Usa arriveranno i dati sulla produzione industriale e sulla fiducia dei consumatori, ma l'attesa è rivolta alla riunione di mercoledì del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed da cui si aspettano indicazioni sul via al rialzo dei tassi (l'agenda dei mercati).
Sul fronte delle materie prime, il prezzo del petrolio è in calo, proseguendo sulla strada imboccata da due sessioni per l'alto livello della produzione che prosegue malgrado gli eccessi nei rifornimenti dei mercati. Sui mercati asiatici i future sul Light crude Wti arretra di 26 cent a 59,70 dollari e quelli sul Brent cedono 3 cent a 63,57 dollari al barile. Poco mosso l'oro: il metallo giallo si posiziona a 1.181,76 dollari l'oncia in attesa degli sviluppi della vicenda al prossimo Eurogruppo del 18 giugno.