Ikea, stop a festivi e domeniche pagati
Dopo Auchan e Coop Estense, anche Ikea annuncia tagli per far fronte al disavanzo accumulato negli ultimi tre anni in Italia. I tagli – che diventerebbero operativi dal 1° settembre - riguardano esclusivamente la cosiddetta “contrattazione integrativa” - in altre parole le maggiorazioni salariali legate a domeniche e festivi e i premi produzione - che costituiscono una parte determinante degli stipendi (non alti) di oltre 6mila dipendenti, distribuiti in 21 punti vendita in tutta Italia. Peraltro, il 70-80% degli addetti è impiegato part time. Oggi, al termine del coordinamento unitario convocato a Firenze, i sindacati di categoria – Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil - hanno proclamato lo stato di agitazione e lo sciopero, per un totale di 16 ore. Le prime otto si svolgeranno in contemporanea in tutti i punti vendita, dopo il 12 giugno; le altre otto saranno stabilite sede per sede.
La contrattazione per il rinnovo del contratto integrativo sarebbe dovuta partire l’anno scorso, dopo l’invio della piattaforma sindacale avvenuto il 5 agosto. Ma dopo la presentazione del 18 dicembre, sindacati e azienda non si sono più incontrati, dal momento che proprio Ikea ha rinviato i tavoli convocati per febbraio e marzo. Quindi la contrattazione è partita solo a maggio e nelle scorse ore Ikea ha notificato la disdetta del contratto integrativo, che diventerebbe operativa da settembre. «Si tratta di un atto incomprensibile e spropositato – ha affermato il segretario nazionale della Fisascat, Vincenzo Dell’Orefice – in quanto il negoziato è solo alle battute iniziali». Ma soprattutto sarebbe un fatto eccezionale, mai verificatosi in 25 anni di relazioni sindacali con Ikea, tanto che i tre sindacati di categoria parlano – in un comunicato congiunto – di «un gravissimo atto politico» e denunciano che «con questo gesto Ikea vuole imporre un aut aut al negoziato e ricattare i lavoratori con la minaccia di eliminare con un colpo di spugna i diritti e le tutele conquistate in 25 anni di contrattazione».
Mediamente, gli stipendi in un anno potrebbero subire tagli del 18-20%. In Puglia l’eliminazione del contratto integrativo, ricorda il segretario della Fisascat Cisl regionale, Giuseppe Boccuzzi, «riguarda tutti i 240 addetti della sede di Bari». I problemi nella gdo, in Italia, coinvolgono anche Auchan, che ha dichiarato esuberi per 1345 unità in 49 punti vendita e rifiuta di considerare il ricorso al contratto di solidarietà. In Puglia e in Basilicata, invece, Coop Estense ha dichiarato 227 esuberi con l’esternalizzazione di alcuni servizi. La situazione sembrava volgere al meglio, grazie alla proposta dei sindacati di tagliare proprio alcune voci del contratto integrativo evitando così i licenziamenti. Ma la trattativa si è arenata e per il 4 giugno è stato proclamato lo sciopero.