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Economia
Ilva, allarme ambientalisti: campi contaminati. Di Maio stoppa Grillo
Foto LaPresse

di Andrea Deugeni
twitter11@andreadeugeni

Giorni di grande incertezza per l'Ilva mentre gli ambientalisti di Peacelink denunciano un nuovo caso di inquinamento e il vicepremier Luigi Di Maio smentisce in parte quanto detto da Beppe Grillo ("Tutto sarà gestito con responsabilità. Non sarà presa alcuna decisione finché non avrò incontrato le parti. Grillo esprime esclusivamente opinioni personali e se serve valuteremo anche la continuità", ha precisato intervenendo stamane a Radio Anch'io). Inserita come tema nel contratto di Governo tra Lega e Cinque Stelle (vedi box sotto a destra), il futuro dell'acciaieria non e' ancora chiaro. Prosecuzione dell'attivita' ma dando priorita' al risanamento ambientale; revisione dell'assetto della fabbrica chiudendo pero' l'area a caldo, maggiormente impattante con le emissioni, e lasciando le lavorazioni a freddo a valle; infine, chiusura dello stabilimento e avvio di un piano di bonifica del sito e di riconversione green dell'economia: ecco, da un lato, le tre opzioni al momento sul campo.

COSA DICE IL CONTRATTO DI GOVERNO M5S-LEGA SULL'ILVA/  Ci impegniamo, dopo più di trent’anni, a concretizzare i criteri di salvaguardia ambientale, secondo i migliori standard mondiali a tutela della salute dei cittadini del comprensorio di Taranto, proteggendo i livelli occupazionali e promuovendo lo sviluppo industriale del Sud, attraverso un programma di riconversione economica basato sulla progressiva chiusura delle fonti inquinanti, per le quali è necessario provvedere alla bonifica, sullo sviluppo della Green Economy e delle energie rinnovabili e sull’economia circolare. Anche al fine di prevenire misure sanzionatorie da parte dell’Unione Europea prevediamo misure volte all’adeguamento degli standard di contrasto all’inquinamento atmosferico secondo le norme in vigore.

E dall'altro una società Arcelor Mittal, che ha vinto una gara un anno fa con un'offerta ritenuta valida da Governo e commissari, ed una trattativa tra azienda e sindacati che non riesce ancora a percorrere l'ultimo miglio per arrivare ad un'intesa. In mezzo, lo stabilimento di Taranto con poco meno di 11mila addetti diretti (20 mila con l'indotto - 14mila i dipendenti totali in tutta Italia) che vive con grandi difficoltà la situazione e teme il definitivo prosciugarsi della cassa a luglio. Mese in cui il leader mondiale anglo-indiano Arcelor Mittal che assieme a Intesa Sanpaolo costituiscono la cordata Am Investco potrebbe prender possesso degli stabilimenti, anche senza aver raggiunto un'intesa sindacale.

Per il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, viene prima lo studio dei dossier, dopo di che le decisioni, qualunque esse siano, saranno assunte, sottolinea, con "responsabilita'". Per ora, nessuna indicazione precisa, dunque, da parte del ministro. Ma il pentastellato Lorenzo Fioramonti, gia' in predicato di diventare ministro, sembra essere su una linea diversa. Aspettiamo un mese e vediamo se il confronto tra Mittal e sindacati si conclude, dice Fioramonti -che di recente e' stato a Taranto per incontrare i sindacati insieme ad altri parlamentari M5S -, quindi interverremo. Fioramonti predilige la scelta della riconversione anche perche' non crede al futuro dell'acciaio vista la concorrenza della Cina e l'Ilva, osserva, e' un'azienda che perde 30 milioni al mese.

Piu' drastico invece Beppe Grillo, guru dei Cinque Stelle, che invita a seguire il modello tedesco della Ruhr: bonifica e riconversione totale dell'area di Taranto. E per i circa 14mila addetti, Grillo - che interviene dal suo blog - suggerisce l'uso del reddito di cittadinanza e dei fondi europei che stima in circa 2,2 miliardi di euro. Non si e' espressa la Lega, ma l'altro giorno Matteo Salvini, a Brindisi per la campagna elettorale per le amministrative, ha detto che non si devono distruggere posti di lavoro e che puo' esserci compatibilita' tra salute e lavoro. In linea generale, la Lega non vuole la chiusura dell'Ilva. A fronte di posizioni politiche cosi' diversificate, cresce la spinta a fare chiarezza perche' il tempo stringe e i nodi si aggrovigliano. Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, ha scritto a Di Maio chiedendo la ripresa rapida del negoziato in quanto ritiene che "una Ilva resa finalmente sostenibile", "puo' ancora produrre ricchezza".

Peacelink Ilva Taranto
 

I segretari generali dei sindacati, Bentivogli della Fim, Re David della Fiom e Palombella della Uilm, chiedono a Di Maio di conoscere "le azioni che il Governo intende mettere in campo" paventando il rischio che dall'1 luglio Mittal assuma la guida dell'Ilva anche senza accordo sindacale. Stessa linea assume l'Usb, seppure non piu' unito a Fim, Fiom e Uilm. "Urge un incontro con il nuovo Governo - chiede Usb - auspichiamo una tempestiva convocazione per poter esporre il punto di vista del sindacato e capire quali siano le intenzioni del Governo sulla questione Ilva".

Del clima confuso di queste ore danno ben altra interpretazione a Taranto i movimenti ambientalisti piu' radicali. Sono quelli che vogliono la chiusura dell'Ilva e che spingono adesso i Cinque Stelle ad essere conseguenti con quanto annunciato in campagna elettorale. Il timore di questi movimenti, infatti, e' che alla fine la chiusura non ci sia.

CNI ilva 5
 

Intanto, l'associazione Peacelink scrive ai ministri della Salute, Grillo, e dell'Ambiente, Costa, e al governatore pugliese, Emiliano, denunciando che che "solo ora si delineano i contorni di un possibile disastro ambientale in una nuova area del territorio tarantino: parliamo dello smaltimento delle scorie contaminate dell'Ilva".

Per Peacelink, "non e' il disastro ambientale di cui tanto si e' parlato in questi anni, ma e' un nuovo e inedito pericolo che sta portando - senza che scatti alcun clamore mediatico - al divieto delle attivita' agricole nella zona di Statte. Al divieto di pascolo ora si aggiunge un divieto di consumo di frutta e verdura". "Parliamo dei livelli di contaminazione nei pressi delle discariche Ilva che si trovano fra Taranto e Statte. Sono livelli di contaminazione - sostiene Peacelink - accertati solo di recente dal Comune di Statte e che hanno portato ad un'ordinanza di divieto delle attivita' agricole".

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