Economia
Esodati, allarme di Boeri: si rischia uno strascico

Dopo le brutte notizie per l’Inps - che, secondo le stime, dovrebbe chiudere in rosso per i prossimi 10 anni con 10 miliardi all’anno - Tito Boeri, presidente dell’Inps, ospite a In Mezz’Ora su Raitre rassicura i pensionati che “non si devono preoccupare del bilanci dell'Inps”. I dati sono "male interpretati", visto che "grossa parte del disavanzo è per meccanismi contabili" e che non sono "rilevanti" per i pensionati, perché "risponde lo Stato”.
Una punta di preoccupazione invece la mostra per gli esodati: "le misure già varate fin qui sono costate già 12 miliardi" e "1 miliardo e mezzo" servirà ora per la settima salvaguardia. Ma "la platea si continua ad allargare" e "la pressione sarà sempre forte fin quando viene garantito un trattamento di vantaggio". E una soluzione sarebbe quella di permettere "flessibilità in uscita" ma "equiparando chi va a 63 e chi va a 67 anni. Per farlo dobbiamo dare una pensione più bassa a chi va in pensione prima". Bisogna poi "preoccuparsi dei veri esodati, soprattutto i lavoratori di piccole imprese dove non c'erano accordi, che semplicemente sono stati licenziati e non sono mai stati coperti, che si trovano tra i 55 e i 65 anni e che si sono ridotti in povertà. Lì bisognerebbe trovare strumenti di sostegno al reddito".
Il presidente è poi tornato sulla proposta di riforma delle pensioni avanzata al governo a giugno, rimarcando che tra i suggerimenti presentati all'esecutivo c'è anche il taglio fino al 50% per vitalizi dei politici che al momento "superano quota 80-85mila euro all'anno. La platea coinvolta, alla fine, è piccola, circa 200 mila persone", ha precisato Boeri, citando, oltre a politici, "dirigenti di aziende, personale delle Ferrovie dello Stato", tutte categorie di persone che, secondo Boeri “sono andate via presto e con pensioni molto alte, che hanno avuto dei regali per motivi elettorali. "La nostra idea - ha proseguito - è che vada fatta una ultima riforma delle pensioni" guardando "alla sostenibilità sociale". "C'è un problema di iniquità che va affrontato. Sull’assistenza si sono fatti passi avanti grazie alla Legge di Stabilità, ma sulle pensioni "In questo momento sono state trovate altre priorità", ha concluso.
L’economista ha poi ricordato il beneficio che traggono le casse dello Stato dai lavoratori stranieri che versano contributi pur sapendo che non percepiranno mai la pensione: "Finora sono 3 miliardi i soldi versati ai Conti pubblici italiani da parte di persone che non percepiranno mai la pensione e questa cifra è destinata ad aumentare ancora: ogni anno ci sono 400 milioni che arrivano da persone che non riceveranno mai pensioni".