Inps, la quarantena non è più malattia: a pagare i costi saranno le imprese - Affaritaliani.it

Economia

Inps, la quarantena non è più malattia: a pagare i costi saranno le imprese

Salasso in arrivo per i datori di lavoro italiani: non basta il rebus green pass, ora arriva il dilemma quarantena Covid che sarà a carico dell'azienda

Inps, quarantena Covid a carico dei datori di lavoro: la denuncia dell'Unione nazionale delle imprese 

Non basta il rebus su green pass sì, green pass no, sui luoghi di lavoro, nelle mense aziendali o nei luoghi comuni. E nemmeno la novità annunciata pochi giorni fa dall'Inps, sulla scia delle parole del presidente Tridico, "il legislatore non ha previsto un nuovo stanziamento per prorogare la tutela della quarantena", di non cosiderare più "malattia" la quarantena Covid, ora arriva un'altra stangata per le aziende in termini di costi: i datori di lavoro dovranno infatti farsi carico del pagamento delle quarantene Covid, per circa mille euro di aggravio a dipendente.

La denuncia arriva direttamente da Unimpresa che parla di un "ennesimo pasticco normativo" alla base del problema. Secondo nfatti l’Unione nazionale delle imprese, si legge sul Messagero, le aziende dovranno inevitabilmente coprire il mancato riconoscimento da parte dell’Inps delle prestazioni pagate durante le assenze per malattia e, fino allo scorso 6 agosto, riconosciute anche a chi, per legge, viene obbligato a restare nel proprio domicilio nel caso di contatto stretto con persona contagiata dal Covid.

Un duplice danno, secondo Unimpresa: "Si tratterebbe in ogni caso di fare i conti con un danno, che potrebbe essere doppio: gestire l’assenza di personale, che in caso di contagi aziendali potrebbe addirittura dimezzarsi, quindi con conseguenze sull’operatività aziendale, e, contemporaneamente, subire un peso per l’eventuale compensazione dei “buchi” nelle retribuzioni dei dipendenti".

"Ancora una volta a rimetterci nel gioco 'dello scarica barile' tra Inps e Ministero del Lavoro, chi ci rimetterà saranno le imprese e i lavoratori. Un film già visto più volte, ricordiamo ancora i periodi scoperti dalla Cassa Integrazione Covid, solo per ricordare il più eclatante, e adesso con la nota Inps 2842/2021 si ripresenterà a fine mese un conto salatissimo da pagare", ha sottolineato il consigliere nazionale di Unimpresa Giovanni Assi. 

"Il mondo delle imprese chiede, pertanto, che il Ministro Orlando intervenga il prima possibile per dirimere questa situazione e che lo faccia al più presto, possibilmente già prima della scadenza del periodo di paga in corso, al fine di evitare spiacevoli incomprensioni su chi e se debba pagare lo stipendio in quelle giornate di assenza obbligate oltre che mandare in tilt ancora una volta i professionisti che si troveranno a elaborare le buste paga con l’ennesimo dilemma", ha sottolineato il consigliere. 
 

"Ci chiediamo, come può essere mai che un lavoratore sia da una parte obbligato (giustamente) a rimanere a casa per essere stato un contatto stretto al fine di contenere la diffusione del contagio da Covid-19 e dall’altra parte poi non siano previste tutele e quello stesso lavoratore debba correre il rischio di restare privo di retribuzione (10 giorni di assenza possono comportare mediamente un danno in busta paga tra i 600 e i 700 euro a dipendente) o di pesare sulle casse della sua impresa che già si vedrà dimezzati con ogni probabilità gli organici?", ha concluso Assi.