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Economia
Intesa Sanpaolo e Fondazione Bellisario premiano due imprese al femminile

Zeta Service di Milano e Arterra Bioscienze di Napoli si aggiudicano lo speciale riconoscimento “Women Value Company” 2018 . Il premio, che sarà consegnato domani a Roma nel corso della cerimonia di assegnazione delle “Mele d’Oro”, è stato istituito nel 1989 dalla Fondazione Marisa Bellisario e Gruppo Intesa Sanpaolo per incoraggiare e dare visibilità alle piccole e medie imprese italiane che attuano politiche concrete e innovative nella gestione della gender diversity . Il premio è ispirato alla memoria della prima donna top manager del nostro Paese, Marisa Bellisario, deceduta a soli 53 anni. Per il secondo anno, lo speciale riconoscimento viene conferito a due imprese, una piccola e una di medie dimensioni, che si sono contraddistinte per le politiche e strategie di sviluppo adottate, per la promozione delle carriere femminili e per le azioni innovative di welfare aziendale. Due le imprese sul podio più alto: Zeta Service, con sede principale a Milano, che opera in servizi di amministrazione del personale, consulenza del lavoro e sviluppo del capitale umano e Arterra Bioscience, piccola impresa biotech napoletana che sviluppa tecnologie innovative per l’individuazione di molecole ad attività dermo-cosmetica. Silvia Bolzoni, presidente e amministratore delegato Zeta Service, e Gabriella Colucci, amministratore delegato Arterra Bioscience (entrambe nelle foto), riceveranno il riconoscimento domani a Roma da Teresio Testa, responsabile Direzione Sales & Marketing Imprese della Banca dei Territori Intesa Sanpaolo, nel corso della cerimonia di premiazione delle “Mele d’Oro”, che andrà in onda su Raidue il 19 giugno. Il successo dell’iniziativa è testimoniata dai numeri: 460 le imprese che si sono autocandidate al premio, 110 quelle che hanno superato la selezione. Tra maggio e giugno, tutte hanno preso parte agli eventi organizzati da Fondazione Marisa Bellisario e Intesa Sanpaolo sul territorio, durante i quali è stato evidenziato come una maggiore partecipazione femminile al mondo del lavoro e imprenditoriale potrebbe rappresentare, per il nostro Paese, un fattore strategico di sviluppo e di trasformazione economica e sociale. Ad oggi, il potenziale inespresso è ancora enorme. Il tasso di attività femminile in Italia è tra i più bassi in Europa, 55,9% nel 2017 sul totale delle donne tra i 15 e i 64 anni. Solo la Macedonia con il 51,7% e la Turchia con il 37,5% fanno peggio dell’Italia. Si intravedono tuttavia dei miglioramenti, con una crescita di 4,8 punti percentuali rispetto al 2010 e con una punta dell’80,8% per le donne con livelli educativi più elevati. Un più alto tasso di attività femminile potrebbe accelerare la crescita: secondo stime della Banca d’Italia, un aumento del tasso di occupazione delle donne al 60% comporterebbe, quasi “meccanicamente”, un aumento del Pil nazionale fino al 7%. Anche le imprese femminili crescono: secondo i dati Unioncamere, nel 2017 sono oltre 1.331.000 (+10mila rispetto al 2016, + 30mila sul 2014), il 21,86% sul totale delle imprese. In crescita le imprese più strutturate: le società di capitali condotte da donne sono circa 284mila (+17% sul 2016) e sono oltre il 21% delle imprese femminili. Spicca il contributo giovanile: le imprese guidate da under 35 sono oltre 170mila (il 12,78% sul totale delle imprese femminili e il 28,7% su quello delle imprese giovanili), a sottolineare il forte interesse delle nuove generazioni di donne verso la valorizzazione del proprio lavoro. La crescita più consistente delle imprese femminili si concentra in quattro regioni: Sicilia, Lazio, Campania e Lombardia (+8mila attività nel 2017 rispetto al. 2016). Quasi la metà del saldo complessivo si deve all’aumento delle imprese femminili attive nel settore turistico e in quello delle altre attività dei servizi (es. servizi alla persona). In termini percentuali, si riscontra il maggiore aumento rispetto al 2016 nelle attività professionali, scientifiche e tecniche (+3,8%).

Gabriella Colucci, ad di Arterra Bioscience
 

Teresio Testa, responsabile Direzione Sales & Marketing Imprese Intesa Sanpaolo, esprime soddisfazione di come il premio “Women Value Company” di Intesa Sanpaolo sia riuscito, in due sole edizioni, a coinvolgere centinaia di imprenditori di generazioni e settori diversi, creando un importante scambio di esperienze. “Abbiamo portato alla luce la storia di una moltitudine di piccole e medie aziende che, come le due vincitrici di quest’anno, costruiscono la propria forza sui talenti delle persone, sul merito, sulle nuove idee. Il nostro obiettivo -sottolinea Testa- è contribuire a diffondere una cultura aziendale affrancata dai pregiudizi di genere. Investire sulle donne, che sul lavoro esprimono preparazione, attenzione, resilienza, collaborazione, significa avere fiducia nel futuro, e dove c’è parità di genere si aprono nuove opportunità. È però indispensabile un welfare che sostenga le donne lavoratrici, troppo spesso costrette ad abbandonare il lavoro per le difficoltà di conciliarlo con la cura dei figli. In questo campo Intesa Sanpaolo, dove le donne sono il 54% dei dipendenti e il 40% del totale dirigenti e quadri direttivi, è già un benchmark, grazie a un sistema di welfare aziendale cresciuto negli anni. Un successo che contiamo di trasmettere anche alle nostre imprese clienti, grazie alla piattaforma Welfare Hub”.

Oltre alla consolidata collaborazione con la Fondazione Marisa Bellisario, il Gruppo Intesa Sanpaolo ha messo in campo numerose iniziative che promuovono la parità di genere, tanto da essere l’unica azienda italiana inserita nell’indice 2018 “Bloomberg Gender-Equality Index” (GEI), che valuta l’impegno e le azioni delle principali società quotate a livello globale; ed è 64a nella Equileap -Gender Equality Global Ranking, classifica delle Top 200 società per gender equality, stilata analizzando oltre 3mila società quotate di 23 Paesi.

Zeta Service.Vincitrice nella categoria “medie imprese” , Zeta Serviceè una società specializzata in payroll outsourcing, amministrazione del personale, consulenza del lavoro e consulenza HR. Nasce nel 2003 dal sogno di Silvia Bolzoni, presidente e amministratore delegato, di dar vita a una realtà che potesse avere come obiettivo non solo il fatturato, ma anche il benessere delle persone. Vanta sette sedi, di cui la principale è a Milano, con 220 dipendenti, di cui l’80% donne.  Yoga, visite mediche per i dipendenti, workshop sulla scienza della felicità, un “maggiordomo” per le commissioni personali e niente cartellino da timbrare (ciò che conta è il risultato, si può anche lavorare da casa), sono tra le iniziative promosse per incentrare l’organizzazione su positività ed equilibrio fra vita privata e vita professionale, e per continuare a crescere nel tempo in modo solido. Dal 2010 è presente nella classifica dei migliori posti dove lavorare in Italia redatta dal Great Place To Work Institute (quest’anno al 2° posto fra le medium companies). Nel 2013 ha ottenuto l’Ambrogino d’Oro per le politiche di gestione del personale e per essere stata la prima azienda in Italia a riconoscere il congedo matrimoniale a un suo collaboratore che ha firmato il registro delle unioni civili con il suo compagno, ed è stata selezionata come finalista agli European Business Awards per l’attenzione al cliente. Nel 2017 ha dato vita al Progetto Libellula: il primo network di aziende unite contro la violenza sulle donne.

Arterra Bioscience.E’ l’impresa vincitrice nella categoria “piccole imprese”. Sviluppa tecnologie innovative per la scoperta e la produzione di molecole attive di origine naturale. Studiando i meccanismi di trasduzione del segnale nelle piante e nelle cellule umane, identifica e caratterizza nuovi composti attivi per applicazioni industriali, in particolare nei settori dei dermo-cosmetici e dell’agricoltura. Nasce nel 2004 per iniziativa di Gabriella Colucci, amministratore delegato, ricercatrice napoletana tornata in Italia dopo dieci anni di esperienza alla University California San Diego, che nel tempo ha saputo far conquistare alla sua azienda una posizione da leader, tanto da essere riconosciuta quest’anno tra le finaliste del Premio europeo delle Donne innovatrici 2018. Rappresenta un esempio positivo di come l’innovazione e la ricerca, unite alla collaborazione con Università italiane e straniere e con il territorio, possano contrastare la fuga di cervelli e portare una piccola realtà a grandi traguardi, con significativi impatti sulla comunità. L’atteggiamento verso le donne è di totale inclusione: dei 23 dipendenti, 19 sono donne, valorizzate per la flessibilità, la curiosità, la disponibilità a osare, caratteristiche funzionali alla ricerca.

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