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Economia
Istat, cala produzione industriale ma vola il Pil a +4,7%

Istat, cresce il Pil  a quota +4,7%. Cala la roduzione industriale ma rimane sopra livelli pre-Covid

Buone notizie. Pur risultando in calo dello 0,2% ad agosto rispetto a luglio, la produzione industriale mostra un aumento dell'1,5% rispetto al periodo pre Covid-19 e cioè rispetto a febbraio 2020, mese antecedente l'inizio dell'emergenza sanitaria. A rivelarlo, i dati Istat.

Nella media del trimestre giugno-agosto il livello della produzione cresce dell’1,1% rispetto ai tre mesi precedenti. Rispetto ad agosto, la produzione risulta invariata. L'Istat spiega che l’indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale per i beni strumentali (+0,8%), mentre diminuisce per l’energia (2,1%), i beni di consumo (-2,0%) e i beni intermedi (-1,3%).

Al netto degli effetti di calendario, ad agosto 2021 la produzione è invariata rispetto all’anno precedente (i giorni lavorativi di calendario sono stati 22 contro i 21 di agosto 2020). Crescono in misura accentuata i beni intermedi (+4,9%) e i beni strumentali (+4,4%); diminuiscono, invece, i beni di consumo (-5,4%) e, in misura più marcata, l’energia (-6,6%).

I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali maggiori sono la metallurgia e la fabbricazione di prodotti in metallo (+16,6%), la fabbricazione di macchinari (+10,3%) e la fabbricazione di apparecchiature elettriche (+6,3%). Viceversa, le flessioni più accentuate si osservano nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-23,7%), nella produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati (-20,9%) e nelle attività estrattive (-17,7%).

La crescita economica mondiale ha superato i valori antecedenti la crisi sanitaria e, in molti Paesi, l’inflazione sta accelerando trainata dal significativo aumento dei listini dei prodotti energetici. La revisione dei conti nazionali annuali ha confermato che, in base ai dati dei primi due trimestri, l’incremento acquisito del Pil italiano per il 2021 è pari al 4,7%.

La ripresa dei ritmi produttivi e dei consumi continua ad associarsi a un generale miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro anche se, da luglio, si sono manifestate contenute riduzioni del numero di occupati e i primi segnali nella manifattura di un possibile mismatch tra domanda e offerta. A settembre, si è ridotto il divario con l’inflazione dell’area euro. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo è cresciuto in termini tendenziali del 3,0%, in accelerazione rispetto al mese precedente.

Inoltre, in presenza di un ulteriore miglioramento della fiducia delle famiglie, che ha raggiunto il valore più elevato dall’inizio della serie storica, la fiducia delle imprese mostra progressi accentuati nei servizi di mercato e in particolare nel turismo.

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