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Economia
JTI, SWG e INDICAM: Fumo, limitazioni sul packaging alimenta mercato illegale

È stata oggi presentata a Roma la ricerca SWG commissionata da JTI “Il valore del brand e del packaging nella scelta del consumatore”, che prende in esame il nesso tra brand, packaging e scelte di consumo.

Le crescenti limitazioni sul packaging dei prodotti del tabacco annullano progressivamente l’identità dei marchi e scoraggiano la produzione di qualità e l’innovazione. A trarne vantaggio sono la contraffazione e il contrabbando che alimentano il commercio illecito. 

Se ne è parlato oggi durante l’evento Il fenomeno del commercio illecito nel settore dei tabacchi, a cui hanno partecipato Gian Luigi Cervesato, Presidente e Amministratore Delegato di JTI Italia, Riccardo Grassi, Direttore di Ricerca di SWG, Claudio Bergonzi, Segretario Generale di INDICAM.

L’occasione è stata la presentazione della ricerca SWG commissionata da JTI “Il valore del brand e del packaging nella scelta del consumatore”. Tra i principali risultati, la ricerca ha evidenziato l’importanza della marca come driver nella scelta di acquisto del consumatore: per il 30% degli intervistati infatti, il brand fa distinguere il prodotto, per il 35% garantisce lavorazione controllata e per il 29% aiuta a capire la qualità di un prodotto. Significativa anche la percentuale di italiani che non attribuisce valore alla marca, solo il 15% del campione. Nel mondo dei tabacchi, l’affezione al brand risulta essere superiore rispetto agli altri settori.

“La marca, all’interno di tutti i settori esplorati, svolge un ruolo cruciale di orientamento del consumatore, ponendosi come punto di riferimento all’interno di panieri di prodotti sempre più complessi ed articolati. La forza narrativa della marca, inoltre, aiuta lo stesso consumatore a raccontarsi alle altre persone con cui entra in relazione e a costruire il proprio percorso identitario. Scegliere di utilizzare o non utilizzare una marca piuttosto che un’altra non è solo una scelta di consumo, ma anche uno strumento attraverso il quale raccontiamo noi stessi agli altri”, commenta Riccardo Grassi, Direttore di Ricerca di SWG

Il dibattito ha riguardato anche gli effetti sulla percezione di affidabilità e sicurezza dei prodotti, con un conseguente indebolimento del brand sul mercato legale a vantaggio del commercio illecito.

È molto importante non creare incentivi per i consumatori ad orientarsi sul mercato illecito. JTI è convinta che sia la leva del brand che quella fiscale, se usata nella modalità corretta, siano fondamentali per contrastare il fenomeno. Questo però può essere fatto solo evitando aumenti importanti e improvvisi della tassazione che si traducono in un aumento dei prezzi. Una forte contrazione del mercato provoca danni al bilancio dello Stato e costi indiretti per la collettività, per le imprese e per l’intera filiera che in Italia occupa 50.000 lavoratori e 3.000 aziende agricole” - aggiunge Gian Luigi Cervesato, Presidente e Amministratore Delegato di JTI Italia – “Per JTI è molto importante la tutela del gettito e della filiera e siamo a completa disposizione delle istituzioni per rivedere l’attuale sistema normativo della tassazione del tabacco al fine di definire una nuova proposta che non lavori sull’urgenza, ma su un approccio programmatico che assicuri entrate di gettito costanti”

“Oggi presentiamo i risultati di una ricerca fatta con SVG che affronta il tema del valore del brand del packaging sulla scelta del consumatore", ha dichiarato ai microfoni di Affaritaliani.it Gian Luigi Cervesato, Presidente e Amministratore Delegato di JTI Italia, "Emerge che il brand è garanzia di una lavorazione controllata e di qualità. In questo periodo il tema è importante anche per noi dell’industria del tabacco, periodo in cui diversi paesi europei hanno introdotto il packaging neutro (plain pack) che ha un impatto grave sulla proprietà intellettuale dei nostri marchi. Quando il marchio viene impoverito, il consumatore perde i suoi punti di riferimento e viene privato del diritto di guidare le sue scelte: c’è il rischio che si rivolga verso il commercio illecito. Questo ci porta al secondo tema della giornata: in Italia, quando parliamo di commercio illecito di tabacco, parliamo di un’incidenza del 6% sul consumo totale e di un impatto erariale negativo (700 mln/anno in Italia e 10 mld/anno in Europa). Il commercio illecito di tabacco favorisce la criminalità e danneggia la salute (non controllata). L’instabilità impatta l’intera filiera, dall’agricoltore alle rivendite. JTI da sempre collabora nello sforzo di contrastare il commercio illecito ma il nostro impegno non basta: non bisogna creare incentivi che portino i consumatori a rivolgersi al commercio illecito. Qui arriviamo al terzo punto chiave della giornata, la tassazione: in questi giorni il governo sta discutendo della legge di bilancio 2020; stanno considerando di incidere sulla leva fiscale impattando sulla contrazione del mercato legale a beneficio di quello illecito. JTI vuole lanciare un appello d’urgenza: JTI si rende disponibile a discutere una revisione del quadro normativo della tassazione del tabacco perché sappiamo che la leva fiscale, se usata bene, può diventare uno strumento in grado di contrastare il commercio illecito. Serve lavorare con un approccio programmatico e toccare le categorie del settore in maniera bilanciata ed equa: questo porterebbe ad un gettito costante e a benefici per l’intera filiera assicurando investimenti sul territorio e in innovazione”.

Un altro passaggio chiave evidenziato da INDICAM (Associazione Italiana per la Lotta alla Contraffazione) durante il dibattito, riguarda le minacce dei traffici illeciti di prodotti coperti da proprietà intellettuale che si devono affrontare con maggiore coesione e con uno spirito che tenga conto di quanto il brand sia tutela innanzitutto del consumatore.

“Il traffico di prodotti contraffatti e illeciti è un’emergenza che non va più affrontata in maniera disorganica e minimizzandone gli impatti. I danni, ormai enormi, alle imprese hanno pesanti ricadute su occupazione e capacità di innovazione, ossia sulla competitività stessa degli Stati. Il brand va difeso e tutelato, essendo per il consumatore la garanzia migliore di sicurezza e rispetto delle regole e unico strumento di dialogo tra chi produce e chi compra, sempre più esposto a rischi in un mercato orientato alla disintermediazione”, dichiara Claudio Bergonzi, Segretario Generale di INDICAM.

Nel corso della giornata sono stati presentanti, infine, i risultati di una ricerca isotopica e minerale sulla tracciabilità del tabacco, realizzata dalla Fondazione Edmund Mach (FEM di Trento) con il supporto di JTI e della Fattoria Autonoma Tabacchi (FAT). Obiettivo della ricerca è stato quello di confermare la possibilità di adottare anche per il settore del tabacco uno strumento di analisi e verifica dell’origine dei prodotti contraffatti, già utilizzato con valenza legale per altri prodotti merceologici (es. vino) da parte delle autorità investigative.

 

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