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Economia
Coronavirus, artigianato in affanno. “Un nuovo lockdown sarebbe un ko”

L’artigianato è sempre più in affanno, anche a causa del Covid. I numeri parlano chiaro: nei primi 6 mesi di quest'anno le imprese del settore sono diminuite di 4.446 unità; facendo scendere il numero complessivo presente in Italia a quota 1.291.156. Sia nel primo (-10.902) che nel secondo trimestre del 2020 (+6.456) i saldi sono stati tra i peggiori degli ultimi 10 anni, a conferma che l'artigianato, come del resto tutte le attività di prossimità, non è stato in grado di reggere l'urto dello shock pandemico. E se fosse proclamata una nuova chiusura totale del Paese, molto probabilmente assisteremmo al colpo del definitivo ko. A lanciare l'allarme è la Cgia. 

Artigianato: le nuove regole Ue sul credito 

Nuove regole Ue sul credito provocheranno credit crunch. La difficoltà di accedere al credito bancario da parte delle piccolissime aziende potrebbe addirittura peggiorare a partire dal 2021. Lo sottolinea il segretario della Cgia Renato Mason: "Dal prossimo primo gennaio, le banche italiane applicheranno le nuove regole europee sulla definizione di default. Queste novità stabiliscono criteri e modalità più restrittive rispetto a quelli finora adottati. Altresì, è previsto che le banche definiscano inadempiente colui che presenta un arretrato consecutivo da oltre 90 giorni, il cui importo risulti superiore sia ai 100 euro sia all'1 per cento del totale delle esposizioni verso il gruppo bancario. Se dovesse superare entrambe le soglie, scatterà la segnalazione presso la Centrale Rischi della Banca d'Italia che, automaticamente, bollinerà l'imprenditore come cattivo pagatore, impedendogli così di poter disporre per un determinato periodo di tempo dell'aiuto di qualsiasi istituto di credito. 

Una situazione che rischia di interessare tantissime partite Iva che tradizionalmente sono a corto di liquidità e con grosse difficoltà, soprattutto in questo momento, a rispettare i piani di rientro dei propri debiti bancari". Altresì, questa nuova definizione di default spingerà le banche a tenere un comportamento molto "prudente" nei confronti dei clienti. Con l'abbassamento della soglia di sconfinamento, registreremo senz'altro una impennata dei crediti deteriorati. Per evitare gli effetti negativi degli Npl, infatti, Bruxelles ha imposto alle banche la svalutazione in 3 anni dei crediti a rischio non garantiti e in 7-9 anni per quelli con garanzia reali. 

È evidente che l'applicazione di queste misure indurrà moltissimi istituti di credito ad adottare un atteggiamento di estrema cautela nell'erogare i prestiti, per evitare di dover sostenere delle perdite in pochi anni. Insomma, per tantissime Pmi è in arrivo una nuova stretta creditizia. 

Edilizia in controtendenza: recupera il calo del primo trimestre

In tempo di Covid, tiene solo l'edilizia Se torniamo ad osservare i dati relativi alla nati-mortalità delle imprese artigiane, il fortissimo calo registrato dal saldo relativo al primo trimestre (-10.902), è stato solo in parte recuperato nel secondo (+6.456): trend, comunque, che si verifica puntualmente quasi ogni anno, anche se va sottolineato che la ripresa avvenuta nel secondo trimestre è in massima parte ascrivibile alle costruzioni.

Questo comparto, infatti, ha registrato un saldo pari a +3.863 che incide per il 60 per cento circa sul dato nazionale del secondo trimestre. Se, in questo periodo di Covid, i settori tradizionali dell'artigianato continuano a soffrire, l'edilizia, invece, è in netta controtendenza. In attesa di elementi che ci consentano di elaborare un'analisi più approfondita, a nostro avviso le ragioni di questo incremento sono riconducibili a due aspetti: il primo è legato all'apporto dato dai neoimprenditori di nazionalità straniera; il secondo dall'introduzione del superbonus del 110 per cento che, molto probabilmente, ha innescato delle aspettative positive tra gli addetti ai lavori del comparto casa, a tal punto da spingere molti dipendenti a mettersi in proprio.

Artigianato: i numeri da Nord a Sud 

Male in Nord, bene Napoli e soprattutto Roma Nei primi 6 mesi dell'anno le regioni che hanno subito i saldi negativi più importanti nel settore delle imprese artigiane sono state quelle del Nord: Lombardia (-1.244), Emilia Romagna (-881), Veneto (-687) e Piemonte (-455). In controtendenza, invece, vanno segnalati gli *score *conseguiti dal Trentino Alto Adige (+118), dalla Campania (+345) e dal Lazio (+509); regioni, tra l'altro, che nella primavera scorsa sono state solo sfiorate dal Covid. A livello provinciale, infine, Milano (-261), Vicenza (-204) e Bologna (-192) sono state le realtà che hanno sofferto di più la diminuzione del numero delle imprese artigiane, mentre le situazioni più virtuose si sono verificate a Bolzano (+120), Napoli (+390) e Roma (+629). 1 Differenza tra iscrizioni e cessazioni presso l'Albo delle imprese artigiane. 2 La comparazione, ovviamente, e' con i saldi del I e del II trimestre delle annualità dal 2010 in poi.

 

 

 

 

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