La Grecia trova un accordo o lascia l’euro? Ecco come orientare i portafogli nelle due ipotesi - Affaritaliani.it

Economia

La Grecia trova un accordo o lascia l’euro? Ecco come orientare i portafogli nelle due ipotesi

Nel caso più “vizioso” la rottura sarà inevitabile, entrambe le parti scaricheranno la colpa sull’altra, Atene andrà sicuramente incontro a un default e probabilmente a una uscita “a termine” dall’euro (per mancanza di rotative non sarebbe possibile stampare fisicamente nuove dracme in quantità sufficiente dall’oggi al domani, né Atene ha dato ordine di stamparne a qualche società estera in questi anni o lo si sarebbe già saputo), magari adottando transitoriamente una doppia circolazione come altri paesi, tra cui la Cina, hanno da anni, con l’euro utilizzato per gli scambi con l’estero e la “nuova dracma” destinata dall’anno venturo a sostituire l’euro nelle transazioni interne. Chiaramente le due ipotesi sono alternative e chiaramente non esiste un’unica strategia d’investimento che possa garantire guadagni nell’uno come nell’altro caso.

Se preferite vivere tranquilli, dovreste tuttavia preoccuparvi più dell’ipotesi peggiore, evitando di detenere titoli obbligazionari di durata superiore ai 12 mesi. Un portafoglio obbligazionario “tutto Bot” non rende niente o quasi ma vi eviterà perdite in conto capitale se le cose andassero storte; ci sarebbe poi tempo nel corso dell’estate di approfittare di qualche schiarita dei mercati per riconsiderare la composizione del portafoglio, fermo restando che i tassi restano ovunque (e in eurolandia in particolare) bassi per volontà delle banche centrali, che probabilmente la Federal Reserve quest’anno alzerà i tassi solo una volta e forse non a settembre ma verso fine anno, che la prospettiva di un rialzo a medio termine dei tassi impedirà comunque più che qualche rimbalzo fugace dei titoli a reddito fisso.

Rimanere in attesa sull’obbligazionario non significa doverlo fare sull’azionario: qui se le cose andassero male potrebbero verificarsi ribassi nell’ordine dei 5-10 punti percentuali a livello di indici, qualche società potrebbe perdere anche di più, ad esempio le banche (che finora hanno corso molto grazie al quantitative easing della Bce e alla speranza che la crisi greca trovasse soluzione) o qualche azienda come Saipem o Buzzi Unicem che risentirebbe di un rialzo dei tassi e di una maggiore tensione finanziaria a causa di un indebitamento elevato o di una elevata sensibilità ai tassi stessi. Si potrebbe quindi approfittare di simili circostanze per tornare ad incrementare (o iniziare ad avere) un’esposizione azionaria, contando che nei prossimi trimestri la ripresa vada comunque consolidandosi e smaltito “l’effetto-Grecia” le quotazioni possano risalire. E se tutto andasse per il verso giusto? Inseguire il rimbalzo è sempre pericoloso ed è consigliabile solo a trader professionisti, ma la tendenza di fondo potrebbe migliorare con un calo della volatilità e un ritorno a valutazioni più “generose” dei titoli.

Per l’obbligazionario non cambierebbe molto, perché il tema del rialzo sia pure graduale dei tassi resterebbe intatto con gli effetti prima descritti. In compenso si potrebbero acquistare titoli (o fondi) che maggiormente guadagnano da uno scenario di accelerazione della crescita, come i telefonici, gli industriali e i titoli dell’editoria, ma anche le assicurazioni, che potendo investire a tassi più elevati le proprie riserve migliorerebbero la propria redditività. Si potrebbero inoltre giocare senza ulteriori indugi partite delicate nel settore bancario (italiano e non) come quelle che dovrebbero veder coinvolti nei prossimi mesi Mps e Banca Carige nel ruolo di potenziali “prede”, mentre Ubi Banca, Banco Popolare e Bpm sembrano in grado di svolgere la funzione di “poli aggreganti”. Tsipras permettendo e contando sul fatto che il governo Renzi riesca ad avere il via libera della Ue per un provvedimento che alleggerisca gli istituti italiani, almeno in parte, del peso delle sofferenze su credito pregresse. Se questo scenario prevalesse vi sarebbe nei prossimi mesi carne al fuoco a sufficienza per contare su un buon rally di fine anno, magari dopo qualche storno estivo per scrollarsi di dosso qualche eccesso e le tensioni di queste ultime settimane.

Luca Spoldi