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Economia
La trattativa per Il Giornale procede: Berlusconi vuole una quota di minoranza

Il Giornale: Berlusconi vuole tenere una quota di minoranza

Come si concluderà la vicenda per la cessione del Giornale? Le trattative tra le famiglie Angelucci e Berlusconi si sarebbero interrotte. Ma in realtà non è esattamente così. Come può riferire Affaritaliani.it, infatti, l’idea sarebbe quella di cedere ad Angelucci una quota di maggioranza del quotidiano, intorno al 60%, lasciando però nelle mani di Paolo Berlusconi un 40% che permetterebbe di mantenere un simbolo della famiglia. 

Il Giornale non è certamente tra le attività più fruttifere del gruppo che fa capo a Silvio Berlusconi. Ha un costo di circa 10-12 milioni all’anno e attualmente la proprietà è ripartita tra: Pbf di Paolo Berlusconi con il 73,55%, Mondadori con 18,45% e Periodica con l'8%. Ma si sa che l’ex-premier è molto legato al quotidiano fondato da Indro Montanelli e non vorrebbe separarsene, né vorrebbe che lo facesse la famiglia. Da qui l’idea di vendere ad Angelucci la maggioranza, mantenendo però una quota che si potrebbe definire “affettiva”. 

Una volta rilevata la maggioranza de Il Giornale, come si muoverebbe Angelucci? L’idea è quella di creare una nuova galassia della stampa di centro-destra, che prevede un attacco a tre punte (più una quarta in arrivo). Il Giornale rimarrebbe vicino alle posizioni di Forza Italia, Libero si schiererebbe con la Lega mentre Il Tempo rimarrebbe un quotidiano romano più vicino a Fratelli d’Italia. 

Rimane poi da capire (e qui potrebbe profilarsi l’attacco a quattro punte) che cosa fare con La Verità. Il quotidiano edito e diretto da Maurizio Belpietro potrebbe anch’esso finire nella galassia Angelucci fungendo un po’ da “libero battitore”, da guastatore che si pone – pur partendo dal centro-destra – su posizioni più autonome e non riconducibili a nessun partito di governo

Pare, tra l’altro, che lo stesso Belpietro, che gode di una nutrita e fedelissima “fan-base”, sia entrato in difficoltà nella gestione dei periodici che ha rilevato dal gruppo Mondadori. Non sono stati sufficienti esuberi e ottimizzazioni del personale. E pare anche che le posizioni più critiche nei confronti del Covid e dei vaccini che La Verità ha assunto – basta andare a rivedere le interviste al vicedirettore Francesco Borgonovo – hanno oggi meno presa nell’opinione pubblica. Il dado quindi sarebbe tratto: Angelucci sogna di diventare il nuovo editore di riferimento di tutto il centro-destra. Una sorta di Rupert Murdoch all’italiana. 

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