Lagarde: "Servono misure per evitare le tensioni commerciali. Conseguenze imprevedibili e costose" - Affaritaliani.it

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Lagarde: "Servono misure per evitare le tensioni commerciali. Conseguenze imprevedibili e costose"

La presidente della Bce lancia l'allarme

di redazione economia

Bce, Lagarde parla di "conseguenze costose e imprevedibili" per la guerra dei dazi

La presidente della Bce mette in guardia sulla guerra commerciale scoppiata a causa dei dazi imposti da Trump. Christine Lagarde ha dichiarato a Pechino che "le politiche commerciali coercitive non riescono a risolvere gli squilibri" e che "occorrono misure" per "evitare un'escalation di tensioni reciprocamente dannose" a livello globale. Lagarde, che si trova nella capitale cinese per incontrare i vertici della Banca Popolare Cinese, ha tenuto un discorso in cui ha sottolineato che "negli ultimi anni sono emerse tensioni commerciali e un complesso panorama geopolitico che rende la cooperazione sempre più difficile". "Nel corso della storia, gli aggiustamenti unilaterali per risolvere le tensioni globali si sono spesso rivelati insufficienti", ha sottolineato.

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E ha spiegato che "possono anche portare a conseguenze imprevedibili o costose" e che "sono particolarmente problematici quando le politiche commerciali vengono utilizzate in sostituzione di altre politiche per affrontare le cause profonde". Lagarde ha osservato che "stanno emergendo sempre più attriti tra regioni i cui interessi geopolitici potrebbero non essere pienamente allineati" e che, allo stesso tempo, "le regioni sono più profondamente integrate economicamente che mai". Il risultato è che "mentre l'incentivo a cooperare si riduce, i costi del non farlo si amplificano", ha sottolineato.

Per la presidente della Bce, tutti devono impegnarsi per "mantenere la cooperazione" nonostante la frammentazione, poiché la globalizzazione "si è sviluppata in un mondo in cui non tutte le nazioni sono vincolate dalle stesse garanzie di sicurezza". Per Lagarde, surplus e deficit "non sono intrinsecamente problematici, soprattutto quando riflettono fattori strutturali come il vantaggio comparato o le tendenze demografiche. Ma gli squilibri diventano più controversi se non vengono risolti nel tempo e si sviluppa la percezione che siano sostenuti da decisioni politiche", ha continuato. Questo è il motivo per cui "pochi paesi sono disposti a continuare a dipendere dagli altri", il che non significa "rinunciare ai benefici più ampi del commercio".

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